sábado, diciembre 11, 2010

TRADURRE E' SEMPRE UN'IMPRESA


Non so se è qualcosa che capita solo a me, che sono un principiante, una cacchetta, un Don Nadie (come direbbero gli spagnoli) nel campo della traduzione (anche perché, quella che sto cercando di portare a termine in questi mesi, è solo la prima delle mie possibili traduzioni).... Però, il punto è questo: tradurre è un'attività folle, o che può indurre a uno stato d'irrazionalità costante. La frequentazione quotidiana di un testo letterario e il tentativo costante di trasportare quel testo scritto in una certa lingua in un testo scritto in italiano sono attività "infinite" e infinitamente complesse per le quali non c'è (apparentemente) fine...Non si finisce mai di trovare soluzioni ideali. Non si smette mai di trovare "un altro modo" per dire (quasi) la stessa cosa.
Tradurre può indurre chi lo fa a non dormire la notte (o a rimuginare tutta notte) per la scelta di un sinonimo che potrebbe calzare meglio in quella determinata frase. E se uno si mette a riflettere su quanti sinonimi possiamo usare per rendere bene il pensiero espresso da certe frasi, beh, si rischia davvero di non finire più (o di finire al manicomio).
Esempio stupidissimo: si sa che l'avvocato emette "pareri" e il giudice "sentenze". Ma cosa succede quando è il giudice a dare il suo "parere" su un certo caso ed è l'avvocato ad emettere la "sentenza" o il "verdetto"? Non potrebbe mai darsi (sul piano della realtà) che un avvocato - come un giudice - emetta "sentenze" e "verdetti"? E se, invece, sul piano della letteratura, ciò fosse possibile? Come se la dovrà cavare il traduttore nella scelta del termine (o del sinonimo) giusto, tra "sentenza", "verdetto", "parere"?
Sono infiniti (o lo sembrano) i modi per dire (quasi) la stessa cosa. Solo che a un certo punto (per non impazzire del tutto) anche il traduttore deve fare una scelta definitiva, deve fermarsi, deve auto-imporsi l'imperativo assoluto "smetti". Perché sennò rischia di impazzire; e perché altrimenti anche quella frase rischia di venire riscritta all'infinito... E ciò è impossibile: perché una frase che durasse all'infinito sarebbe una follia; e perché anche i libri devono finire. Il bello dei libri è che abbiano una fine (certa e univoca, anche quando il libro si presenta come "opera aperta"). E il bello delle traduzioni è che, pur essendo tutte - sempre - contingenti, devono arrivare a una versione che sia quella concepita, vista e presentata come "definitiva"...

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