jueves, marzo 14, 2013


I premilinari sono importanti



Se c’è una cosa che mi fa impazzire a letto, se dovessi dire qual è una delle cose che più m’intrigano del sesso, beh, affermerei senza pensarci su due volte: i preliminari. Sono importanti, i preliminari, quando si fa l’amore (o anche solo sesso? Lo spartiacque tra sesso e amore, amore e sesso, è uno di quei temi su cui non si finisce mai di discettare, su cui ci si arrovella le cervella da anni, che dico “anni”?, da secoli, forse da quando siamo comparsi sulla Terra, dopo l’estinzione dei poveri dinosauri… e l’apparizione dei primi microrganismi vegetali... con la differenza che né questi né tantomeno quelli si saranno mai posti il dubbio: stiamo facendo l’amore o è solo sesso? Voi ce lo vedete un Tirannosauro a praticare un cunnilingus alla sua compagna?).
Ma perché sono così importanti per me? (e, a quanto ne so, per almeno altri milioni di esseri umani?).
I preliminari, ovvero, le prime fasi in cui ci si avvicina alla persona con cui si sta per fare l’amore, sono l’ante-sala del piacere. Durante i preliminari si ha modo d’assaporare com’è fatto il corpo dell’altro, si può toccarlo, carezzarlo, tastarlo, perlustrarlo, con timore, con coraggio, con cura e anche (perché no? Nel mio caso è così che funziona…) con un po’ di sacra ritualità e di sano spirito ludico (è importante lo spirito ludico, in camera da letto!). E’ come il pellegrino che entra per la prima volta a San Pietro e (è proprio il caso di dirlo), di fronte a tanto “ben di Dio”, non sa da dove iniziare, non sa dove mettere le mani, dove poggiare lo sguardo e concentrare la sua attenzione (il culo sodo? Il seno grande, ma ben proporzionato, che entra quasi nella coppa di una mano? Le gambe asciutte e lunghe? Il pancino un po’ all’infuori, un po’ pronunciato, quella pancina che ti fa tanta tenerezza, che adori tanto e che – nell’intimità – hai ribattezzato “la tua fisarmonica preferita”? – Sì, lo ammetto, suono pance, come fossero fisarmoniche viventi; ognuno ha le sue manie… che ci possiamo fare –; il collo soave che, quando ci poggi sopra un tuo bacio, vibra, come sotto l’effetto di un vento surreale che smuove le tende della camera da letto? Le ginocchia? Ma quanto sono sexy, a volte, le ginocchia delle donne? L’interno cosce? E qui ci avviciniamo all’oscuro oggetto del nostro (parlo di noi maschi eterosessuali) desiderio… Il Monte di Venere (che nome stupendo per un luogo così magico!), e poi, più giù, vai più giù (geme lei), più giù, dove c’è lei, la fica, la patatina, la farfallina, la patonza, la fregna, che dir si voglia… Il punto nevralgico, il punto debole, il punto G (ma esisterà davvero? Gli speleologi ancora non sanno dare una risposta definitiva, l’enigma resta tale… per secula seculorum), il punto fatale, il punto dei punti, il punto centrale, in cui si svolgerà il resto della battaglia amorosa, quel luogo oscuro (quella “selva oscura”) in cui – durante i preliminari – esercitiamo l’abilità circense delle nostre dita, della lingua, delle mani e poi del nostro pisello (cazzo, nerchia, minchia, battocchio, che di si voglia – entra solo un po’, dai, solo la punta, fammi sentire di cosa sei capace – dice gemendo lei, fremente e tremante, già tutta rossa in viso, già tutta sull’orlo dell’abisso…), il mare in cui si perde l’esistenza e da cui l’esistenza si genera, il mare in cui “m’è dolce naufragar”, quando si fa liquido, quando diventa scivolo, e giostra, e luna-park senza limiti d’orari, e palestra in cui allenare gli addominali e alcuni muscoli delle gambe, e hangar in cui riposarsi dalle fatiche della vita, e giardino in cui coltivare la complicità e la malizia, e fiore in cui risorgere e tornare – dopo l’apnea momentanea – a “riveder le stelle”…

I preliminari sono importanti: sono il tuono prima della tempesta; sono il lampo che ti guizza nel cervello offrendoti l’ispirazione giusta per la lunga lista delle perversioni che metterai in pratica dopo la prima esplorazione; sono l’incipit di un romanzo (o non sarà forse solo un racconto, più breve?) ancora tutto da scrivere. Con questa differenza: che il romanzo (o il racconto) di tipo letterario lo scrive uno solo, mentre i preliminari li si scrive in due (e ora tocca a me, ti dice lei, ancora tremante e tutta fremente, già tutta rossa in viso per l’eccitazione, ora girati, stenditi, apri le gambe, distendi i glutei, chiudi gli occhi, apri la bocca, tieni ferme le mani, una serie di ordini e imperativi che ti stuzzicano l’udito e l’immaginazione, perché ci vuole molto udito e molta immaginazione per portare avanti la cosa fino al suo climax, quando la cascata ricoprirà di un liquido delizioso entrambi i vostri corpi, quando i vostri corpi saranno diventati uno solo, tremante, fremente, sudato, e felice d’essere vivo e di palpitare, di fremere e di guizzare e, perché no, di tornare sulla Terra, a riveder le stelle e gli altri pianeti del sistema solare…).

No hay comentarios:

Publicar un comentario

Letture pasquali Provo a leggere, in queste vacanze pasquali, tra una corsa in bicicletta in alta montagna e le mangiate assurde previste da...