martes, junio 16, 2020


Recensioni spontanee




Questa mattina una mia cara collega e amica romana mi scrive per avvisarmi che è stata appena pubblicata una mia recensione su Il colibrì di Sandro Veronesi su una rivista letteraria a tiratura nazionale e di origini partenopee. Vado a controllare ed in effetti eccola lì, la recensione, stampata in modo impeccabile (nella versione online della rivista; poi mi manderanno anche quella cartacea), con tre foto pertinenti: due dell’autore (entrambe in bianco e nero) e una del libro recensito (a colori, con quel giallo che sembra quasi fluorescente).

E allora mi sono chiesto cosa succederebbe se Sandro Veronesi un giorno, per caso, la leggesse; cosa ne penserebbe, visto che, pur essendo un suo fan, non è che mi sia sprecato in elogi o salamelecchi (salamelecchi? Diosanto, da quanti secoli non usavo un simile termine? Credo, comunque, che qui sia azzeccato).

E allora, non contento, ho scritto al suo editore, a La Nave di Teseo, e ho spiegato ai responsabili della stessa che mi sarebbe piaciuto far pervenire la recensione all’autore, dato che, tra l’altro, manca davvero poco per la consegna del prossimo Premio Strega e io ne sarei felice, ovvero, sarei davvero contento che a vincerlo fosse lui, Sandro Veronesi.

L’ho fatto non solo e non tanto perché davvero mi farebbe piacere che uno come Sandro Veronesi leggesse quanto ho avuto da (ri)dire del suo libro, ma anche e soprattutto per fare un piccolo esperimento: vedere se si conferma la leggenderia lentezza o mutezza degli editori nel (non) rispondere al povero malcapitato che si azzarda a porsi in contatto con loro…come se gli editori fossero dei Re inespugnabili ed intoccabili...

Ne parlai anni fa, proprio in questo "diario di bordo", se non ricordo male; tutti gli editori (e non solo quelli italiani) hanno una certa non celata tendenza a non prendere in considerazione nessuno che si provi a scrivere loro (e non mi riferisco ovviamente solo agli scrittori in erba o potenziali che, poverini, mandano i loro “parti” in attesa di riscontro e, magari, di pubblicazione – cosa difficilissima, chiedete ad Antonio Moresco, e leggete le sue bellissime e struggenti ed incredibili Lettere a nessuno, apparse per Bollati Boringhieri nel 1997 e poi ripubblicate e ampliate da Einaudi nel 2008 - per farvene un'idea).

E comunque: ormai il dado è tratto. Ormai il danno è fatto. Ormai ciò che ho (è) scritto è scritto e non si può più tornare indietro. E se poi quella recensione non dovesse leggerla nessuno, pazienza, non me ne farò un cruccio (cruccio?). E se poi davvero Sandro Veronesi dovesse vincere il prossimo Premio Strega, io ne sarò sinceramente contento. E felice per lui. Perché se lo merita. E perché credo che, tra i finalisti, sia quello che ha scritto il romanzo più interessante. E poi staremo a vedere se anche La Nave di Teseo si rivelerà una roccaforte inavvicinabile o se, al contrario, saranno più educati degli altri.

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