lunes, febrero 15, 2021

Un San Valentino di merda 




È il 14 febbraio. Nessuno dei due crede a San Valentino, ma ci piace comunque regalarci qualcosa il giorno prima (o quello dopo). Anche quando si poteva andare a cena fuori, nell'era pre-virus, ci piaceva evitare le masse degli innamorati o i prezzi lievitati di bar e ristoranti e andare a mangiare in qualche bel ristorantino nascosto il 13 o il 15 sera.

Quest'anno, con la prole inevitabilmente (e allegramente) tra le scatole, decidiamo di comprare dell'ottimo pesce fresco e un paio di bottiglie di vino bianco da servire freddo e con cui sbronzarci stando nel salotto di casa. L'intimità del focolare. La dolce ebbrezza dell'essere liberi senza dover rendere conto a nessuno al di fuori di queste quattro bellissime mura...

Sembra scorrere tutto liscio, fino a quando, andando in bagno, lei si accorge che lo sciacquone non va, è lento, fa un rumore strano.

"Tira di nuovo la catena", le dico urlando dal mio, di cesso. E lei esegue gli ordini e io osservo come l'acqua fuorisce non dal water, bensì dal tappo di ferro circolare posizionato proprio al centro del bagno. 

"Porca troia!". È la parolaccia che uso di più; quella che mi vien fuori con più spontaneità e naturalezza.

Passano i minuti e dal piatto-doccia inizia a fuoriuscire anche merda. Così pure nella vasca del suo, di bagno. La prole urla e l'acqua si propaga per tutta la casa ad una velocità assurda. Il vicino ci suona il campanello: "Abbiamo delle perdite d'acqua! Fuoriescono gli escrementi dalla vasca!".

Ma il vicino ha già notato le mie scarpe bagnate, i pantaloni ripiegati sopra il ginocchio, il secchio pieno e il mocho-vileda marrone. E la puzza. Cristo, come puzza tutta la casa! L'olezzo sembra penetrarti fin nei pori della pelle. Chiamiamo il presidente del condominio, l'assicurazione, io chiamerei anche i pompieri, la polizia, chiunque possa accorrere a frenare questo disastro...svelti, subito, forza, andiamo...

Intanto, proviamo a mettere la prole in salvo: la vicina del piano di sopra ci fa entrare in casa sua e ci offre ospitalità temporanea. Arriva il presidente del condominio che chiama l'amministratore anche se è San Valentino, anche se è domenica sera, anche se sono le 21,30, che per la Spagna, e in generale, è l'ora di cena. Niente, non risponde nessuno. La prole urla e piange: non riconosce la casa dei genitori. Quella è la casa di un'altra, una signora in pensione che prima faceva la maestra alle elementari. La mia compagna di sventure prova a trasmettere calma, ha i pigiami belli asciutti e già pronti. Io resto sul fronte a spalare merda e acqua, piscio e acqua, pezzi di carta igienica e acqua.

Dopo un'ora arrivano due idraulici sui trent'anni con un macchinario mai visto prima. 

"È una sonda", ci spiegano. "Proviamo a ficcarla dalla sua tubatura e se l'intoppo è lì, in mezz'ora è fatta".

Bestemmio in turco. Spengo il pc rimasto sintonizzato su Rai 1 (una serie, un film per la tv, una storia di qualcuna che lotta per farcela anche se è donna e anche se è sola, non ci capisco nulla).

La puzza si espande su tutto il pianerottolo. L'intoppo non si sblocca. I due idraulici provano a far passare le sonde dal cesso del vicino, la vasca è ormai un florilegio di escrementi di ogni ordine e grado (la moglie del vicino un Ecce Homo sgomento e sul bordo delle lacrime).

Si avvicina la mezzanotte e il rumore del macchinario è terribile e snervante, come un trapano che ti si conficca nelle orecchie. Poi, finalmente, a mezzanotte e mezza, i due eroi ci dicono che sì, che ce l'hanno fatta, che siamo salvi, che i nostri cessi dovrebbero tornare normali.

Chiamo per telefono la mia compagna di avventure che scende e porta a letto la prole già addormentata. Di notte ho gli incubi. Sogno fiumi d'acqua marrone che inondano anche il garage. E la terrazza. La macchina è piena di merda. I libri! Mio Dio! I libri! Come faccio a salvarli da una simile onta?

Il primo messaggio che trovo sul cellulare è quello di Alyssa, la mia ex, che non se la sta passando granché bene, diciamo pure che sta attraversando un periodo di merda (metaforica, non reale, come quella che ho spalato io per quasi 2 ore di seguito).

"Ho sognato te e tua moglie. Lei ci provava con me. In una festa in maschera. Siamo messi bene, vero?".

Le rispondo senza fare il minimo cenno al San Valentino di merda appena vissuto sulla mia pelle: "Beh, come trio mi alletterebbe parecchio". Poi aggiungo che è solo uno scherzo e che prima o poi le racconterò come ho trascorso il 14 febbraio.

Intanto, penso alla dolcezza del suo sorriso e come la sua voce continua ad avere un certo fascino sulla mia pische e sulle mie parti basse. E penso alle coppie intente a raggiungere orgasmi. Alle centinaia di giovani aggrovigliati tra lenzuola che saltano per aria e materassi che scivolano a terra per l'eccesso d'impeto. Alle reti a molle sottoposte a un su e giù che non da tregua ("un po' di dolce su e giù", lo chiamavano quando si stava insieme). Penso ai milioni di baci che si sono scambiati milioni di amanti nel Mondo nonostante la pandemia. Penso a quelli che, ignari del pericolo, si sono baciati o hanno fatto sesso nonostante il rischio del contagio. Mentre io e l'amministratore eravamo intenti a pregare gli altri condomini di non usare il bagno, per favore, di evitare di tirare la catena per evitare l'effetto a rimbalzo dell'acqua fecale che dalle fogne del palazzo risaliva nei miei due bagni e in quello, attiguo, del vicino. Come diavolo si fa a convincere una decina di famiglie, con i rispettivi membri, a non cacare o a non pisciare, a non fare uso del water, quando la merda di quello che vive nel piano di sotto non la vedi né la senti? Come si fa a mettere un freno agli intestini degli altri?

E la mia ex che mi sogna in atteggiamenti ambigui, con la mia compagna di avventure in versione lesbica. E le palle che girano e i nervi a fior di pelle che continuano a non farmi dormire nemmeno quella misera mezz'oretta sacrosanta della siesta. E poi la dottoranda che non la smette di tempestarmi d'email facendomi domande interessantissime, ma cui non riesco a trovare una risposta logica. E, infine, Clint Eastwood che da La7 dice una frase storica memorabile: "Vale sempre la pena rischiare se vuoi davvero qualcosa", o una roba del genere, mentre s'ingegna a scappare dalla prigione di massima sicurezza in cui è rinchiuso per non so quale orrendo reato (Fuga da Alcatraz, s'intitola il film: del 1979, per la regia di Don Siegel; mai visto e sembra molto bello).

Quante cose diamo per scontate! Come l'efficace e regolare funzionamento di un water! E quanto abbiamo ancora da imparare, nonostante il virus e il lock-down, circa i nostri bisogni primari...

Certo è che un San Valentino di merda di questa portata non lo dimenticheremo mai.

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