martes, marzo 23, 2021

Sogni (et cetera) 


Dunque, è successo di nuovo: ancora una volta, ho sognato la mia ex, quella con cui vivevo a Firenze anni e anni fa, ormai (quasi una vita fa). Il bello è che, questa volta, ho mescolato e mixato amici e colleghi di qui, di questo paese nel Sud del Sud della Spagna in cui vivo e lavoro (insieme alla mia compagna d'avventure e alla prole) e amici e colleghi di lì, dell'Università di Pisa e Firenze, ma anche qualcuno di Siena...

Il sogno è il seguente (devo scrivere per non dimenticarlo e per raccontarlo a lei, Alyssa, domani mattina appena sarò sveglio e accenderò il cellulare e le manderò il tutto sotto forma di messaggino tramite Whatsapp): sono insieme ad alcuni dei miei più cari amici nonché colleghi dell'Università di qui quando, ad un tratto, qualcuno propone una gita in macchina. Ecco il primo mutamento improvviso: dalla Spagna ci ritroviamo in Italia, a Pisa, dove ritrovo una mia cara, carissima amica e collega dell'Università che mi guarda fissamente, mi riconsoce e mi snobba subito: "Non posso starti dietro, ma ti vedo bene, sei belloccio, gli anni ti donano, stai bene", dice con un sorriso mentre è in attesa di ascoltare un esercito di laureandi, tutti disposti in fila indiana, tutti distanziati di almeno un paio di metri l'uno dall'altro (nel sogno penso: "Anche a Pisa si applicano le procedure anti-covid 19 che esistono in Spagna" - e, nel mentre, mi accorgo pure che nessuno degli studenti in fila indossa la mascherina). Poi ci si sposta in un museo: C., con la quale c'è anche una certa attrazione fisica e un'intesa non solo intellettuale, mi fa notare la bellezza di alcuni quadri di Raffaello (o Michelangelo o Giotto o Leonardo). Le faccio cenno di sì con la testa, ma (sempre nel sogno, mentre sogno) non so se, in effetti, ci troviamo all'interno di un museo (gli Uffizi?) o dentro il corridoio della Facoltà di Lettere dell'Università di Pisa. 

E così, mentre ancora dubito su dove ci troviamo, qualcuno, J., amico e tenore, amante di Pavarotti, propone a tutti di andare a noleggiare una macchina, per fare un giro anche a Siena o a Poggibonsi o a Montespertoli (o forse Empoli?). Io faccio di nuovo cenno di sì e mi ritrovo catapultato in un viaggio senza fine apparente, pieno di risate, di vino (Chianti?), di gozzoviglie, di felicità e di spensieratezza assoluta.

Il sogno sta per finire. Si torna indietro (a Firenze?) e nei pressi della stazione ferroviaria, vicino a Santa Maria Novella, ritrovo la mia ex, Alyssa, con una bella gonna corta e i tacchi a spillo, un'eleganza e una sfrontatezza che non ha mai avuto, un sorriso che mi strega subito, sono subito suo schiavo, sbavo dietro di lei e sia C. che J. che il resto del gruppo se ne accorge. Alyssa si siede su una panchina e, in perfetto stile Basic Instinct, scavalla e accavalla le gambe per farmi vedere che non indossa le mutandine. J. mi dà di gomito, C. arrossisce, io resto a bocca aperta e avrei voglia di baciarla subito (anche se, sempre nel sogno, rifletto e penso che, dal vivo, non era mai stata così pallida; per il resto, la forma, il taglio, la depilazione è tutto come lo ricordo dai tempi in cui stavamo insieme).

All'improvviso, Alyssa svanisce nel nulla. Io resto solo ai piedi della scalinata della stazione e il sogno finisce.

Non c'è spiegazione di sorta, per ora. Certo è che è strano che torni a fare sogni "bagnati" su di lei. 

Intanto, ho appena finito di leggere Boezio: De consolatione Philosophiae non è un libro normale. È un atto d'accusa, una richiesta d'aiuto verso Dio, è un canto alla vita terrena e a quella ultraterrena; è un trattato di filosofia e una confessione metaletteraria; è una raccolta di riflessioni che ti aprono la mente e una raccolta di frasi dall'afflato poetico incredibile. Mentre lo leggevo ritrovavo alcuni versi di Dante, frammenti di Chaucer, pezzi di Boccaccio, strofe di Petrarca e qualche metafora di Shakespeare... Dentro c'è tutto. Anche se Boezio non può (né potrà mai) risolvere i miei dubbi circa l'ultimo sogno "bagnato" sulla mia ex.

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