Fine (d'anno) 2023
E come ogni fine d'anno, è tempo di bilanci. La nebbia ha lasciato i monti e le valli del luogo da cui scrivo. Le valigie sono fatte e chiuse, pronte per l'imbarco (alle 21:15 da Roma Fiumicino). Gli ultimi due regali ricevuti da parte di una cara dottoranda mi osservano dalla scrivania da cui provo a scrivere: si tratta di una pagina strappata dell'edizione tascabile di Francisco Rico del Don Quijote di Cervantes con l'autografo del "chisciottesco" Terry Gilliam (accanto alla firma il disegno di una matita in perfetto stile Walt Disney); l'ultimo romanzo di Emiliano Morreale (che non conosco e di cui non ho mai letto nulla), L'ultima innocenza (Palermo, Sellerio, 2023).
Sono due regali che non mi aspettavo: la dottoranda è riuscita ad entrare in contatto con Terry Gilliam durante la sua partecipazione al Giffoni Film Festival, se non erro. Il libro di Morreale, invece, parla di cinema, il secondo polo attorno a cui ruota la tesi della dottoranda ("L'amicizia tra Don Chisciotte e Sancio Panza tra letteratura e cinema").
Anche solo questi regali mi spingono a pensare che sono un uomo fortunato. Se ripenso al 2023, non possono non continuare a considerarmi tale. Viaggi per studio e lavoro tra Messico, Calabria, Valladolid, e poi Trieste. Voli nazionali ed internazionali in compagnia di persone splendide. Collaborazioni con scrittori, giornalisti e registi che non avrei mai potuto immaginare, prima del salto (nel vuoto) in Spagna. E poi gli alti e bassi del cuore: la mia compagna di avventure che a volte diventano sventure che (mal) mi sopporta; due bimbe che crescono; un libro ancora (tutto) da scrivere su fotografia e romanzo (o su parole e immagini); la morte di Nuccio Ordine; la separazione di una cara amica e collega, esperta di poesia del Novecento; gli acciacchi di una nonna ultranovantenne; l'amicizia nata da poco con Luis Goytisolo; l'amicizia consolidata con Manuel; la voglia di continuare a fare il proprio dovere (e il proprio lavoro) con passione ed entusiasmo.
Sulla copertina de L'ultima innocenza c'è un fotogramma de La Magnifica Ossessione (1954) di Douglas Sirk. Si vede Rock Hudson inginocchiato mentre stringe forte a sè Jane Wyman. La testa di lui poggia sul seno di lei. Lui ha gli occhi chiusi, come fosse in preda all'estasi, lei guarda verso l'alto, gli occhi sbarrati, quasi spiritati, le labbra carnose con il rossetto rosso che accentuano la voluttà di una bocca che potrebbe baciare e essere baciata con trasporto erotico. La mano di lei affonda tra i capelli di lui.
Lo spettatore si chiede cosa sarà successo prima e cosa potrebbe accadere dopo questa fetta temporale incapsulata in questa inquadratura che funge (qui funge effettivamente) da fotografia. Avranno già fatto l'amore o sono sul punto di farlo? Si ameranno per sempre o sono sul punto di lasciarsi?
Vorrei chiudere questo 2023 con la visione di questo film che vidi tanti, troppi anni fa e di cui non ricordo nulla (o quasi). Vorrei poter vivere nel 2024 una scena simile a questa... La testa sul seno di una donna che guarda verso il cielo, forse spaventata o forse vittima di Eros. Chiudo gli occhi. Le stringo forte le braccia. Annuso il suo sapore. Affondo ancora di più la testa tra i seni. Lei continua ad accarezzarmi la testa. E mi spinge sempre di più verso di sè...Magnifica ossessione.
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