Mi trasferisco a Cuba...
Oggi, 14 Aprile 2008 (Lunedì, ore 20,11, quando ormai si sa ed è confermato che ha vinto la destra), ho fatto una doppia lettura incrociata: di un'intervista video su Micromega a Andrea Camilleri - le domande le poneva il giustamente "schieratissimo" direttore Paolo Flores d'Arcais - e di un'editoriale di Eugenio Scalfari al suo La Repubblica dal titolo "Oggi possiamo cambiare il paese" (l'editoriale era del giorno prima, Domenica 13 Aprile, quando ovviamente nessuno poteva prevedere quello che poi è accaduto).
Camilleri, col suo accento tipico e la sua voce bronchiale che tanto bene imita Fiorello, dice che Berlusconi è un alieno in quanto al sistema democratico; che non capisce proprio il linguaggio di ciò che comunemente intendiamo per "democrazia"; Scalfari, invece, dice che se pure Veltroni non soddisfa o non convince tutti coloro che si riconoscono nella sinistra (o nel centro-sinistra) è l'unica scelta di campo utile proprio per evitare che Berlusconi torni al potere.
Il nemico numero uno è sempre lui: demonizzato, criticato, osteggiato, sbeffeggiato, le varie "sinistre" sono tutte unite nel colpire lo stesso bersaglio (anche se con tattiche politiche diverse). Io di politica non capisco granchè; di certo è strano che il bersaglio sia stato mancato in modo così clamoroso. La maggioranza degli italiani è dunque di destra (o di centro-destra) e si fida di uno come quello là (si affida a un imprenditore di quella fatta) per sperare in un'Italia migliore, per migliorare le attuali condizioni di vita precarie nel nostro Paese.
Tra i miei amici, domani, ci sarà di sicuro quello che mi farà la tipica battuta: "Ce ne andiamo a Cuba?". Mi verrebbe voglia di rispondergli: "No, meglio la Spagna". Sempre tra le pagine de La Repubblica leggo che Zapatero ha nominato nove ministre donne contro otto ministri maschi per il suo nuovo, secondo governo targato PSOE. Cose lontanissime dall'attuale quadro politico nostrano; cose dell'altro mondo, verrebbe da dire; miracoli che qui possiamo soltanto sognare...
PSOE sta per Partito Socialista Operaio Spagnolo. Oltre al termine "Socialista" è anche l'aggettivo "Operaio" che da noi ormai non ha più senso o non ha più un significato condiviso da tutti e da tutti riconoscibile. PDL, invece, sta per Partito Delle Libertà, che vuol dire, parafrasando col ricordo rivolto a una pubblicità satirica contenuta nel vecchio programma della Dandini L'Ottavo nano: "Facciamo un po' tutti come cazzo ci pare". Sì, è questa la casa delle libertà... un po' tutti come cazzo ci pare...
lunes, abril 14, 2008
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