jueves, octubre 14, 2010

Due film-bomba

Non vado spesso al cinema, ultimamente, né ho molto tempo per guardare film alla tv o su internet. Ma questi due film mi hanno colpito così tanto che non posso non parlarne... Mi riferisco a Inception di Christopher Nolan e a Carnacho di Pablo Trapero.

Inception si basa su un'idea surreale e, al contempo, affascinante: Dom Crubb (interpretato da Leonardo Di Caprio) possiede un dono, quello di penetrare direttamente dentro i sogni della gente e di scovarvi i segreti più nascosti o scomodi. Ora, fermiamoci qui, e riflettiamo sulla parola “sogno”. Lo dicevano già i primi spettatori e i primi critici dell'era dei fratelli Lumiére: il cinema è “sognare a occhi aperti”. Ebbene, Nolan riesce davvero a farci sognare ad occhi aperti sfruttando al massimo i trucchi (alla Mèlies) di cui dispone la macchina-cinema. Architetture che si sfaldano; personaggi che galleggiano in aria come fossero astronauti spaziali in assenza di gravità (mi hanno ricordato molto Matrix, ma si sa, dopo Matrix non c'è scena acrobatica in assenza di gravità che non lo ricordi, più o meno esplicitamente...), salti nel tempo e nello spazio in flash-back flash-forward che fanno venire i brividi, oggetti che assumono un valore simbolico il cui significato verrà svelato solo alla fine (vedi la piccola trottola di ferro che Di Caprio si porta sempre dietro), inseguimenti in auto e tuffi in acqua che consentono di scendere sempre più a fondo nella coscienza (sarebbe meglio dire: nell'inconscio più nascosto e buio) del “dormiente”... Solo dopo aver visto il film, mi sono ricordato che Christopher Nolan è lo stesso regista di Memento (altro gran capolavoro di virtuosismo tecnico e di sceneggiatura “a orologeria”) e mi sono reso conto del perché mi è piaciuto così tanto questo suo ultimo “azzardo”... Un film “acquatico”, potremmo definirlo, perché è come se fosse interamente girato all'interno di uno spazio liquido in cui tutti si ritrovano a nuotare, galleggiare, lottare per arrivare fino in fondo (al fondo della coscienza di chi sogna). Ed è ovvio che, in un paesaggio simile, non ci sono più logiche stringenti che tengano: salta il principio di verosimiglianza e salta il principio di realtà (Freud si sarebbe divertito un mondo, ne sono sicuro). E' bella anche la storia d'amore che riguarda il protagonista e sua moglie morta; anche se a tratti il regista si lascia trascinare da un tono un po' troppo melodrammatico (e comunque - è bene sottolinearlo - è anche grazie a questa storia d'amore che la trama va avanti a suon di colpi di scena e di suspense ben orchestrato).


Carnacho, invece, è un film argentino che parla di incidenti stradali (e già solo per questo è un film poco adatto per stomaci deboli – si consiglia la visione ad un pubblico adulto). A quanto recita la didascalia iniziale del film, gli incidenti autostradali sono una piaga per l'intero paese. Il film narra proprio delle peripezie di due diversi personaggi legati a questa tragedia quotidiana: Luján è la giovane infermiera che, durante i massacranti turni di notte, cerca di metterci una pezza e di salvare quanti più feriti sia possibile; è una ragazza timida, ma forte, e che soffre in silenzio, aiutandosi anche con la droga (che si inietta sui piedi per evitare spiacevoli figuracce coi colleghi); Sousa (interpretato dal bravissimo Ricardo Darín – ma quanto è bravo quest'attore? Quand'è che qualcuno si deciderà a dargli un Oscar?), invece, è un avvocato che specula su quegli stessi incidenti autostradali, lavorando in combutta con un'assicurazione dietro cui si cela la malavita. Il titolo del film allude proprio al ruolo di “avvoltoio” che svolge Sousa (che si spinge perfino a ferire i suoi clienti per simulare finti incidenti e intascare il premio dell'assicurazione). Il film è incredibilmente “realista”; tanto da risultare anche crudo e disturbante; la macchina da presa a mano barcolla e sta così attaccata alle facce dei personaggi che ci fa sentire da vicino l'odore del sangue e ci mostra in primissimo piano le cicatrici delle ferite più fresche. Le scene girate dentro il Pronto Soccorso sono tra le più snervanti che abbia visto negli ultimi anni. E i piani-sequenza abbondamente utilizzati dal regista (anche per mostrarci un incidente dall'interno di un'auto in movimento) sono davvero efficaci nel trasmettere allo spettatore il senso di schifo, di ansia e di paura che ruota attorno a speculazioni simili. Il denaro può corrompere fino a spingere a ferire o ad uccidere il prossimo. Ma non c'è moralismo, in questo film; nessun messaggio univoco, se non, appunto, quello che evoca la paura e la nausea di dovere lavorare in un ambiente così corrotto. Il finale, beh...quello non sto qui a descriverlo, perché, da solo, vale tutto il film... Uno dei finali più scioccanti e belli e inaspettati che abbia mai visto negli ultimi anni...(che poi uno se lo aspetta, è in tensione, sa già che sta per succedere, ma quando succede...ti colpisce come un pugno nello stomaco, come suolsi dire).



Due film-bomba che tengono con il fiato sospeso e che fanno viaggiare l'uno dentro l'inconscio e l'altro dentro una realtà crudele che, putroppo, tanti legami ha con la nostra realtà quotidiana. Due film-bomba che non ti fanno chiudere occhio.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

Letture pasquali Provo a leggere, in queste vacanze pasquali, tra una corsa in bicicletta in alta montagna e le mangiate assurde previste da...