martes, octubre 05, 2010

Ex-alunni ed ex-prof., ovvero: tuffi nel passato (recente)

In questo periodo alquanto convulso della mia vita (quale periodo della nostra vita non lo è o non ci appare tale?), sono tornato a far visita ai miei ex-alunni nella mia ex-scuola superiore... E mi viene subito in mente la frase di questo libro "divertito-divertente" che sto leggendo in questi giorni e che s'intitola Non avevo capito niente, dello scrittore napoletano (dal cognome ispanico o portoghese) Diego De Silva (già solo per il titolo, Alyssa, sorniona, me lo dedica...). Questa è la frase: 

"La verità bisogna coglierla in flagranza" (p. 21 dell'ed. tascabile Einaudi).

E in effetti, solo guardando negli occhi questi miei ex-alunni, osservandone il sorriso (o i sorrisi), stando attenti alle frasi che mi rivolgono al volo tutti insieme appassionatamente, uno si rende conto del fatto che certe verità si possono cogliere solo al volo e in flagranza (non è un caso che chi dice questa ennesima "frase storica" usi proprio questo termine: "flagranza"; fa pensare ai termini tecnici della giurisprudenza, e di fatto, Vincenzo Malinconico, il narratore-protagonista, di mestiere fa proprio (si fa per dire) l'avvocato...comunque...). 

Uno si rende conto del fatto che certe dimostrazioni d'affetto, certi abbracci e certe pacche sulle spalle, nascono dalla spontaneità dei 17-18 anni ed esprimono quel poco di buono che hai fatto in classe in compagnia di tutti questi ex-alunni. Uno si rende conto del fatto che la fatica non è stata vana, che, oltre che come il loro ex-prof. di Spagnolo, ti considerano ancora oggi come il loro prof. tout court, perché magari quella volta li hai ascoltati, hai dato ascolto alle loro esigenze; perché magari hai permesso loro di organizzarsi per fare una riunione di protesta contro la riforma Gelmini; perché magari non hai interrogato quel tale giorno quella tale ragazza che, poveretta, era stata appena piantata dal fidanzato (e perciò piangeva, davanti alla lavagna, e non sapeva come coniugare il verbo che le avevi chiesto dalla cattedra)...

Insomma, ti accorgi del fatto che non ti vedono solo con un professore, ma anche come una persona, dotata di sentimenti, umana e sensibile, non un robot o un computer o un vocabolario andante...

E quando un prof. riesce a trasmettere ai propri alunni non solo (e non tanto) il proprio "sapere" personale; la propria materia di studio; la propria personalissima enciclopedia privata; quando un prof. non è solo quello che ti giudica e ti mette un voto che finisce sul registro e, poi, sulla pagella finale; quando un prof. è tutto questo, ma anche un essere umano che cerca di stabilire con l'alunno un contatto umano basato sul rispetto reciproco e sul dialogo continuo e, possibilmente, stimolante; ecco, allora e solo allora, un prof. può ritenersi soddisfatto (può dire di aver raggiunto l'obiettivo; di aver compiuto la sua missione "didattica" e "professionale").

Perché lo si capisce da questi sorrisi e da questi sguardi che loro ti vedono come una persona e non solo come un "ruolo" (o un "personaggio"); sono spontanei, i ragazzi, non si censurano, e così quando odiano un docente (quando provano antipatia nei confronti di un altro tuo collega), non si trattengono e non hanno peli sulla lingua nel denunciare i loro gusti personali e le loro preferenze.

Ecco, io oggi con loro mi sono sentito "realizzato"...Appagato e contento, perché cosciente che tutto il sudore speso nel preparare le lezioni non è stato inutile; non si è perso per strada...

Sono felice perché mi hanno abbracciato con un rispetto e una simpatia davvero notevoli.

Sono felice e realizzato e orgoglioso del lavoro svolto perché qualcosa di me, del mio modo d'intendere il lavoro stesso, della mia passione per la letteratura e per lo studio, resterà dentro la mente di qualcuno di loro e magari germoglierà e darà frutti a lungo termine di cui non potrò più conoscere i risultati (perché sarò nel frattempo invecchiato - o magari morto; o perché loro, i miei ex-alunni, saranno ormai diventati adulti, e coscienti e consapevoli e responsabili - magari anche grazie alle lezioni in lingua di quel vecchio prof. di Spagnolo che tanto li faceva ridere e li sapeva ascoltare)... 

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