Madrid:
capitale ospitale e vivibile
Non
se dipende tutto dallo stato d'animo in cui uno si trova; non so se
tendo (sempre) a idealizzare la Spagna e tutto ciò che concerne
questo paese; non so se esagero, però a me pare che Madrid sia una
delle capitali più vivibili e accoglienti e comode del mondo (ovvio
che non le ho visitate tutte, le capitali del mondo, e ne ho viste
pochine, ancora, però, sulla base della mia esperienza personale mi
sento di fare una simile affermazione).
Prendiamo
una giornata qualsiasi, prendiamo come esempio Martedì 3 Aprile
2012:
ore
8,15: sveglia e colazione abbondante a base di latte, caffè e
"galletas Maria" (chi è stato in Spagna mi capisce;
biscotti semplici, simili ai nostri "Oro Saiwa", ma più
buoni);
ore
9,30-10,30: un'oretta di corsa in compagnia di un'amica conosciuta da
poco (tenuta ginnica, cuffiette dell'mp3 alle orecchie, andatura
svelta e allegretta, in un parco vicino al "Canal de Isabel II"
con attrezzature moderne per fare anche golf, tennis, calcetto e
volleyball);
ore
11,30-18,30: dopo la doccia di rito, full immersion nei
libri della "Biblioteca Nacional" (con una breve pausa
pranzo di mezz'ora nei giardini fantastici della stessa mitica
Biblioteca) e studio intenso con, a disposizione di ogni utente,
internet wi-fi gratuito e postazioni di lettura confortevoli e che
danno davvero l'ispirazione giusta per scrivere, riflettere, pensare
e ricordare;
ore
19,00-1,00 del mattino: passeggiate in centro con amici di vecchia
data (ormai, ho quasi più amici qui che a Firenze o Pisa o Salerno)
e poi cena (con gli stessi) e vagabondaggi di bar in bar nel
quartiere "La Latina" fino all'una di notte;
ore
1,30-2,30: lettura di una raccolta di racconti, mini-saggi e poesie
varie di Julio Cortázar
dal titolo (molto bello) Papeles
inesperados (che
potremmo tradurre liberamente con l'espressione "Carte
inaspettate" o "Appunti inaspettati").
Ecco,
io in Italia non ci riesco a fare tutte queste belle cose nell'arco
di un'unica giornata; mi sembra di non aver mai il tempo; mi sembra
di essere sempre stressato e sotto pressione; mi sento come un folle
che gira a vuoto, a volte (e non mi riferisco ai mezzi pubblici che,
in generale, da noi, funzionano male – il confronto Roma-Madrid, in
tal senso, è davvero penoso: Roma ci perde alla grande; non conosco
Milano, la situazione al Sud è piuttosto simile – se non peggiore
- a quella di Roma “capoccia”), e altre ancora come un pazzo che
gira e corre e si sposta come una trattola.
Qui
no, qui sembra tutto più “razionale” e più funzionale; tutto
più vivibile e ben organizzato. E, quindi, so già che sarà un
trauma, tra un paio di giorni, tornare alla dura realtà e
riabituarmi ai ritmi italici (o italioti). Ma per il momento non ci
voglio pensare (mi arrivano notizie di non so quale altro ennesimo
scandalo di corruzione e tangenti tra i politici nostrani; ma,
ripeto, per ora voglio godermi ancora un po' di pace e serenità, di
società civile che sembra funzionare al meglio e di capitale che
sembra accogliere tutti – sempre – a braccia aperte).
In
foto: “jarras con tapas” (con, in primo piano, le unghia smaltate
di Vero); anche questo mi mancherà, lo so già...
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