sábado, marzo 31, 2012

Antonio Tabucchi, Pessoa e il cimitero "dos Prazeres"


La casualità della vita, la vita delle casualità che ci possono capitare a ogni pie' sospinto... tanto che risulta alquanto inutile, o assurdo, o anche vano, farne l'elenco (chi di noi non ne ha vissute; chi di noi non può darne testimonianza).

"Si dà il caso", si dice, normalmente: ed è così, il caso si dà, noi lo riceviamo (passivi; non dipende da noi che il caso si dia o ci capiti - a volte, tra capo e collo - come per quel passante, quel turista americano, mettiamo, che si trova in una città straniera, italiana, mettiamo, e passa sotto la finestra di un'anziana che, casualmente e non volendolo, fa cadere il vaso dei fiori che finisce proprio sulla testa del malcapitato - e anche sulla parola "malcapitato" si potrebbe riflettere a lungo - e quest'ultimo, poverino, muore, e uno dice: "ma tu guarda! Se fosse passato sotto quella finestra un minuto prima, o un minuto dopo; se, invece di venire a Roma, in vacanza, fosse andato a Perugia o a Parigi o a New York").

E a proposito di morte: è stato il caso a volere che l'altro ieri, 29 Marzo del 2012, mi trovassi in Portogallo, a parlare di un autore spagnolo nell'ambito di un congresso internazionale che riuniva vari esperti in materia, e che, proprio quel giorno, seppellissero Antonio Tabucchi nel cimitero "dos Prazeres" a Lisbona... E già prima di prendere l'aereo pensavo: che strano, andare nella stessa nazione, nella stessa città addirittura, in cui Tabucchi è ormai già un cadavere; non avere più modo di sentirlo parlare dal vivo (come mi era capitato di fare all'interno della Feltrinelli di via de' Cerretani a Firenze, qualche anno fa, in compagnia di un altro autore a me molto caro, Enrique Vila-Matas) e avere a disposizione, ormai e per sempre, soltanto i suoi libri per sentirne riecheggiare la voce... 

Ma la cosa più strana di tutte è stata un'altra, casuale, come sempre: non ricordavo che nel mio intervento per quel convegno avrei citato proprio il famoso (e monumentale) cimetero "lisboeta" "dos Prazeres" (ovvero, "dei Piaceri", tradotto letteralmente - e che bel nome per un luogo lugubre come un cimitero...) e che, quindi, mi sarei trovato a parlare, anche se in un altro contesto, dello stesso posto in cui, quello stesso giorno, Antonio Tabucchi sarebbe stato calato in una fossa per riposare per sempre in pace...

E allora è stato quasi automatico, quasi inevitabile, per me, mentre facevo il mio intervento davanti a una quarantina di studiosi, e subito dopo aver citato il cimitero "dos Prazeres", citare a mia volta anche il nome dell'autore di Sostiene Pereira, e ricordare che Tabucchi veniva seppellito in quello stesso cimitero proprio quel giorno (e qualcuno ha sorriso, in mezzo al pubblico, e qualcun altro non credeva alla sue orecchie e qualcun altro ancora ha fatto una faccia strana, a metà tra il rammarico e la tristezza, la sorpresa e la perplessità).

Quando ho finito di parlare, sono partiti i soliti applausi di rito. Poi, in serata, una collega che viene dall'Università di Canterbury, nella Nuova Zelanda (la congressista che ha fatto il viaggio più lungo di tutti per raggiungere il Portogallo: due giorni e mezzo di trasbordi), mi ha fatto notare l'ennesima casualità: dentro quello stesso cimitero di Lisbona giace anche Fernando Pessoa. E quando me l'ha detto, non potevo crederci. Ma se è così, mi piace pensare che Tabucchi riposa (per l'eternità) nello spesso spazio in cui giace uno dei suoi autori preferiti; ed è facile immaginare anche che a partire dal 29 Marzo del 2012 Tabucchi e Pessoa potranno finalmente chiacchierare faccia a faccia, senza limiti di tempo, e confrontarsi sulle loro ossessioni letterarie, e discutere animatamente di libri, dei loro libri e di quelli degli altri che tanto hanno amato, imitato o emulato...nei secoli dei secoli...

1 comentario:

  1. CIMITERIU D'I PIACERI: Da Lumiu (Corsica) a Lisbona (PT)
    Fotografia di Cateddu Muntaninu, Testu di AF.Filippini
    http://t.co/TYOR7VCPqy

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