martes, mayo 18, 2021

Franco Battiato 


Sono gli amici e colleghi spagnoli ad informarmi: "È morto Franco Battiato". E la mente corre immediatamente al 1998, a quando, a 21 anni, comprai la cassetta del suo disco di quell'anno, Gommalacca, un'opera piena di suoni strani, di musica elettronica accompagnata dalla voce di Maria Callas, di canzoncine apparentemente allegre e di pezzi dalla malinconia struggente.

Ascolto su YouTube uno dei pezzi che più m'impressionarono, all'epoca, Quello che fu:

Ah! Questo passato
Dove il mio rifugio presso di te
Fu quello che fu,
Dove la polvere più pura sulla tua soglia,
Fu quella che fu.

Sembra di stare ascoltando T. S. Eliot, quello dei Four Quartets. E poi va avanti:

Duri come pietre
Come due amici eravamo insieme.
Preso del tuo cuore
Ho detto che il nostro legame
Fu quello che fu.
Irragionevole,
Non ci poteva niente,
Non potevo immaginarmi senza.
La follia
Fu quella che fu...

E ricordo che quando imparavo a memoria questi versi mi veniva subito in mente la mia ex, una delle storie d'amore più travolgenti e più cinematografiche che abbia mai vissuto (finora), una storia da film alla Pedro Almodóvar.

E poi la canzone continua ed è come se chi canta si spostasse nell'interspazio o nello spazio intergalattico:

L'impero delle parole
La distinzione tra bene e male
La ripida discesa dal cielo alla terra
Disperata
Verso l'incarcerazione
Fu quello che fu
La circumnavigazione
I nomi che si diedero alle cose
La gioia e il dolore dell'esistere
L'enigma del consenso
Le emozionali imprese della specie
Fu quello che fu,
Tutto fu quello che fu.

È come se Battiato (e Sgalambro?) stesse riassumendo la Storia dell'Universo in questi pochi versi, dotati di una poeticità, di una densità metaforica potentissima ("l'enigma del consenso": cosa vorrà dire? A quale consenso si starà qui riferendo Battiato?).

E poi sembra di leggere Nietzsche, in particolare quello di Così parlò Zarathustra (o anche il Sant'Agostino delle Confessioni):

Tutto fu quello che fu.
Quel che deve ancora avvenire
Il sorgere della città di Dio
L'emblema che ci fa forti e sicuri
Oppure pazzi e disperati.
Ti gridavo: sono disperso,
Disperso,
Disperso.

Disperso. Ecco. È così che mi sento ora, rileggendo questo testo, scrivendone in questo diario virtuale e riascoltando la canzone dal computer. Come se Franco Battiato cantasse queste parole proprio per me. Come se me le dicesse per la prima volta. Anche se da una distanza incalcolabile, da un mondo estraneo e lontanissimo da me, da una dimensione che non si può definire con il linguaggio verbale.

È il 18 maggio del 2021: Franco Battiato è morto. E forse non sono il solo a sentirsi "disperso", come dice chi canta in Quello che fu...

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