Sul giornale
E così, il 1 maggio, quando in Italia i giornali non escono prorio, per la prima volta in vita mia, vedo un mio articolo pubblicato su un quotidiano locale, uno di quei giornali "storici" che sono anche tra i più letti nella regione del Sud del Sud della Spagna in cui mi trovo a vivere...(il primo numero uscì nel 1903...sì che è "storico", il quotidiano in questione).
Fa davvero effetto vedere le proprie parole trasformate in colonne infilate all'interno delle prime 2 pagine del supplemento culturale che esce ogni sabato insieme al giornale suddetto. Fa effetto e fa emozionare vedere le illustrazioni coloratissime e/o in bianco e nero che accompagnano il suddetto articolo.
Il giornalista che mi ha proposto di partecipare mi ha lasciato carta bianca: "Scrivi su ciò che vuoi; su ciò che ti appassiona". E così, il primo mio articolo che porta il mio nome e che appare in un quotidiano letto da tutti i lettori della regione ancora affezionati alla carta stampata, verte su Don Quijote e il cinema (su come il famoso "hidalgo" impazzito a furia di leggere romanzi cavallereschi è finito sul grande schermo sin dalle origini della settima arte, sin dai primi esperimenti visivi fatti dai primissimi registi della Storia del Cinema).
La cosa più assurda è che ho iniziato a ricevere i complimenti via Facebook da parte di sconosciuti, di gente mai vista prima, di lettori che, magari poche ore prima, non sapevano nulla nemmeno della mia esistenza (figuriamoci del nome, o del cognome, o della mia passione per la letteratura spagnola - e chissà quanti si saranno sorpresi a leggere di Cervantes e di Don Quijote nella loro lingua, ma in un pezzo scritto da un italiano...).
E la cosa più bella è stata ricevere anche i complimenti di quegli scrittori e colleghi e professori che, invece, sì che mi conoscono o con cui ho avuto modo di parlare di letteratura o di libri o di letture davanti a una birra, magari seduti in qualche terrazza di qualche bar o caffetteria del centro.
Incredibile l'affetto che uno può condividire con gente che appartiene ad un'altra cultura, ad un'altra nazione, ad un altro mondo, quando di mezzo ci sono i libri...e, appunto, la cultura, in generale (la cultura ci salva, o può davvero aiutarci ad essere più vicini e più umani).
L'articolo è andato talmente bene che l'amico giornalista mi ha subito fatto notare che è tra i "trending top" (o "topic"?) del momento e che se voglio, in futuro, potrò continuare a scrivere nella pagina culturale.
La notizia mi ha commesso e sorpreso allo stesso tempo: per ora preferisco di no; ma chissà che in futuro non mi vengano nuove idee. È comunque difficile scrivere in così poco spazio (un giornale obbliga necessariamente alla sintesi) e per un pubblico così "fluido" e "anonimo" per chi si azzarda a rendere, appunto, pubblici i propri pensieri o le proprie riflessioni personali.
È comunque una bella avventura. Ed è stato bello iniziarla in compagnia di quel folle "hidalgo" del Cavaliere dalla Triste Figura e del suo fedele scudiero Sancho Panza.
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