Un romanzo inedito
Le temperature si abbassano anche qui; non nevica, come nel mio paese abruzzese d'origine, ma fa un freddo polare e piove. Passo l'intero sabato e parte della domenica mattina a leggere un romanzo inedito di uno scrittore piuttosto famoso non solo in Spagna, ma anche all'estero (lo hanno già tradotto in inglese, ma anche in italiano, in francese e in tedesco). Mi chiede un favore: leggere per dirgli cosa ne penso. Non mi è mai successo prima di avere un incarico del genere, di dover dare un verdetto su un romanzo ancora non pubblicato, di dire cosa ne penso ad uno scrittore in gamba che considero anche un amico...E se poi non mi piace? E se vedo sviste o errori nella struttura, nel linguaggio, nella trama?
Niente di tutto ciò. Leggo con un senso di vertigine, come se fossi posseduto dalla stessa ossessione del narratore, un fotografo che intreccia le riflessioni sulle immagini a quelle sulla morte. Il conflitto generazionale tra giovani e vecchi; il conflitto intimo tra chi ha smesso di amarsi; il rifiuto dell'altro e del corpo dell'altro; la natura inquinata che sembra ribellarsi all'uomo; il senso di una precarietà che è di tutti noi e che potrà portarci allo sfacelo; il senso di un'Apocalisse in atto di cui non possiamo ancora intuire la grandezza. Le foto che galleggiano nello spazio di un mare fatto di alghe putrefatte. Il senso di un tempo che non sappiamo più come congelare e come fare andare avanti.
Una lettura che mi lascia a bocca aperta, che mi fa venire il ribrezzo in certi passaggi particolarmente macabri, che mi emoziona, in altri in cui il lirismo non è semplice retorica, ma tentativo di scandagliare a fondo l'animo umano.
Direi che come prima esperienza è stata entusiasmante. Quando sono arrivato alla pagine finale ho potuto tirare un respiro di sollievo. Penso al giorno in cui verrà pubblicato il romanzo. E all'effetto straniante di saperne già la trama...
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