Le persone "serenelle"
L'altro giorno ho risentito Serenella, una mia cara ex-compagna di lavoro all'aeroporto, ed è stato subito un felice trillare di risate, come stai, come te la passi, ma stai bene anche tu, che voce squillante, che allegria nel tono, che tipa che sei! Serenella è una di quelle persone ottimiste che riescono a farti vedere la vita con occhi meno cupi; ha un'allegria innata e diffonde sorrisi a mansalva, anche a chi non se li merita affatto. Lavora come una matta (nel senso che è davvero una stacanovista) e per le capacità che ha potrebbe benissimo dirigere una scuola o fare la rappresentante di Confindustria o fondare un nuovo partito (questo no, non glielo auguro proprio, visti i tempi in Italia, ma comunque... Serenella con le sue doti umane potrebbe fare anche quello). Per quelli dell'ufficio centrale e contabile è solo un numero; è solo la top-score di ogni mese (o quasi ogni mese), ossia, quella del gruppo che fa guadagnare più soldi a quelli che stanno in alto (i fondatori della marca - americana; non la cito apposta per non farle inutile pubblicità; tanto quella ce l'ha già, basta girare in aeroporto o sulle autostrade di mezzo mondo per vederla). Eppure lei continua a fare il suo dovere al massimo, coi suoi 34 anni portati benissimo, con la voglia che ha di fare un figlio, anche se ancora non lo è, madre, manca sempre quel bimbo che prima o poi arriverà (Serenella è una persona paziente e sa aspettare; cosa che oggi quasi nessuno riesce più a fare; sarà anche per questo motivo che - mi si perdoni lo scontato gioco di parole - è così serena).
Un'altra persona "serenella" è Nicola, che oggi è venuto a trovarmi a Firenze da Pisa. Nicola è un ingegnere informatico che ne sa una più di Bill Gates (ma è modesto, non si vanta e non lo vuol dare a vedere; io, invece, che sono suo amico e ora voglio un po' sputtanarlo, so per certo che una volta è riuscito a intrufolarsi nel sistema operativo di una famosa azienda che produce robots in Giappone - chiusa la parentesi; Nicola non sa di questo mio blog; Alyssa glielo accennò anni fa, ma deve averlo dimenticato, da allora non me ne ha mai chiesto spiegazioni; sa che mi piace scrivere, ma addirittura su un blog, dai!). Nicola è come Serenella: il solo contatto con un tipo come lui ti restituisce la voglia di andare avanti e di sorridere. Nicola è quel tipico individuo posato che, se vede che il terromoto sta buttando giù l'intera casa, lui non smuove un dito; si scansa dai macigni per non morire e poi dice: "Qual è il problema? La casa la ricostruiamo, siamo ancora vivi, no? Dunque, via, mettiamoci sotto, a lavoro, ragazzi!".
E quante volte avremmo bisogno di persone come loro, come Serenella (voce squillante) o come Nicola (hacker buono), quando la visione leopardiana della vita prende il sopravvento e il pessimismo cosmico ci spinge a pensare al suicidio (o a una fine eclatante, vada in malora tutti, affanculo tutto, e che sia quel che sia). Loro no. Serenella no; Nicola neppure: loro sono quelli che nei momenti duri si rimboccano le maniche e sudano per riprendere posizione sulla scacchiera quando l'avversario c'ha la partita in mano ed è pronto a fare scacco matto. Loro sono quelli che lavorano bene e si sentono dei professionisti e quindi non lo fanno vedere agli altri, operano nell'ombra, quando qualcuno li elogia ringraziano umilmente e continuano a dare il massimo.
Scrivo queste piccole riflessioni minime su due persone amiche mentre ascolto Jovanotti (dall'ultimo album, Safari) e la canzone (che s'intitola "Mezzogiorno") mi rimette allegria e questi versi mi fanno riflettere e, al contempo, mi fanno sorridere, e mi fanno stare bene con me stesso:
"La foto della scuola non mi assomiglia più
ma i miei difetti sono tutti intatti
[...] e giorno dopo giorno passeranno le stagioni
ma resterà qualcosa in questa strada
non mi è concesso più di relegarti i miei casini
mi butto dentro vada come vada
siamo come a mezziogiorno baby
senza più nessuna ombra intorno
siamo come a mezzogiorno baby
senza più nessuna ombra più nessuna
ombra intorno baby"
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