Italy (e i dintorni così tristi)
In che razza di situazione mi sono infilato. Docente a contratto, ovvero docente esterno, ovvero schiavo agli ordini di un'Università che - è palese dalla miserrima paga promessa - se ne fotte altamente di me e dei miei sforzi. Un sistema "incancrenito", come lo definì ai suoi tempi una mia amica dottoranda; un circolo vizioso da cui diventa poi complicato uscire. Perchè? Perchè l'Università lo sa (il Rettore stesso deve esserne a conoscenza, non può non sapere), tu sei appassionato, tu sei fatto per questo mestiere, ce l'hai nel sangue, come si suol dire, e le capacità d'insegnare e l'attitudine alla ricerca sono il tuo forte, non puoi negarlo (non si può negare l'evidenza)... eppure: ogni sforzo appare vano, visto che la tua dignità viene calpestata a colpi di co.co.co., di contrattini schifosi che non ti permettono di arrivare a fine mese, nè di poterti progettare un futuro (una casa, una famiglia, una stabilità economica grazie alla quale poter mettere al mondo un figlio). E tu lo sai che non è giusto. Sai che questo sistema fa schifo e se accetti allora collabori anche tu, col sudore della tua fronte, a che il marcio continui a prosperare irredento e sfacciato (Mussi, se ci sei, batti un colpo - ma tanto ormai non si sa neppure se tornerà Mussi, se vincerà davvero il PD, o tornerà l'era-berlusquoni - ho appena letto una tenera lettera di Veltroni a La Repubblica: un lettera aperta che fa tenerezza per l'insieme di luoghi comuni e di retorica candida che sfrutta al fine di dimostrare questo assioma: l'Italia è un paese dotato di arte ed è stato la culla della cultura europea in passato; l'Italia deve tornare a fare arte e a diffondere cultura... sì... ma come si fa se a scuola i supplenti stanno raggiungendo quote esorbitanti e come si fa se all'Università il numero dei "contrattisti" precari è quasi pari - se non superiore, in alcuni determinati Atenei - a quello degli "strutturati"...).
Poi ti fermi e guardi i volti, le facce pulite di alcuni dei tuoi alunni. Sono ragazzi; hanno ancora speranza e nutrono ancora illusioni verso il futuro. Sono giovani che certe volte non vedono l'ora che tu la smetta di parlare e di declamare la solita lagna perchè fuori, all'ingresso della Facoltà, c'è il fidanzato o la fidanzata che aspetta (quanti schermi luminosi spuntano fuori dai cellulari verso la fine della lezione, quando mancano così pochi minuti per la fine). Sono persone attente e curiose, che hanno voglia di apprendere e conoscere, anche non sanno ancora bene cosa finiranno col fare "da grandi". E disconoscono completamente il "dietro le quinte", cosa c'è davvero, cosa si nasconde, dietro al mio sguardo a volte stanco, altre volte preoccupato, altre ancora sia stanco che preoccupato.
Dannazione.
Perchè? Da chi dipende? Perchè in Italia si continua ancora a morire sul posto di lavoro? Perchè un giovane operaio deve rimetterci (ci hanno rimesso, in realtà, più d'uno) la pelle? Perchè un giovane ricercatore che vuole lavorare e specializzarsi nel suo campo di studi è spesso costretto a lasciare genitori e amici e a trasferirsi all'estero? Perchè ci sono tanti anziani che percepiscono una pensione da fame e ridicola, quando Veltroni e Berlusconi ancora fanno battute e si lanciano frecciate sarcastiche sulle spalle di tanti italiani stanchi delle loro facce, stufi di tante cazzate, ansiosi di risolvere problemi quotidiani ben più complicati e urgenti?
domingo, marzo 30, 2008
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Penso di capire. Anzi condivido la tua rabbia soffocata per forza, perchè non si ha altra arma se non quella della parola. La rabbia di non poter decidere cosa fare della tua vita perchè il sistema non te lo permette e non perchè tu non voglia, ma perchè non c'è niente intorno a te che funziona.
ResponderEliminarPovera Italia, poveri noi...
Già, poveri noi... certo poi non aiuta e non cambia le cose il piangersi addosso. Io nel mio piccolo provo a combattere il sistema con l'uso della professionalità e della serietà. Ti senti una minoranza, abbassi la testa, t'arrabbi e vai avanti. Fino a quando? That's the question...
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