miércoles, julio 20, 2011

Madrid: una città che ha ritmo nelle vene (delle sue strade)

Dopo quasi meno di un anno, sono di nuovo a Madrid, la mia seconda casa, la città che più mi piace al mondo, dopo Roma...

Madrid è una città cosmopolita, trafficata, ma non caotica; rispetto allo stress che dà Roma, Madrid è una sorta di paradiso terrestre; e così pure rispetto alla gente. Qui sorridono tutti; o almeno, non c'è così tanta gente incazzata come a Roma. Se mi limito a stamattina, e mi metto a fare il confronto (fatale) tra Roma e Madrid (due capitali di due dei paesi più importanti e ricchi dell'UE - almeno fino a pochi minuti prima della "crisi"), le differenze sono lampanti (e anche piuttosto allarmanti e tristi per l'Italia).

Ore 6,50: il trenino per Fiumicino Aeroporto è già in ritardo di 5 minuti. Il punto però è un altro: non è un trenino, usare il diminutivo per il carro bestiame che vedo spuntare all'orizzonte e che sembra fare fatica anche a compiere l'ultima curva è un complimento eccessivo; "ini" sono i sedili, così stretti che le ginocchia di due passeggeri che si trovassero l'uno di fronte all'altro cozzerebbero inevitabilmente (e con grande fastidio da parte di entrambi). Sembra di stare su un treno merci; su un carro di povere bestie condotte al macello; non c'è aria condizionata e la gente che prende il "trenino" per andare a lavorare suda e pazienta, pazienta e suda e mi domando: "Ma come fanno? Come fanno a sopportare ogni giorno una cosa simile?". 

Va aggiunto un dettaglio: il "trenino" l'ho preso da Roma Tiburtina per evitare di pagare 14 euro (che è il prezzo del "Leonardo Express" che si prende da Termini). Il mio, di biglietto, l'ho pagato quasi la metà (8 euro) e i tempi di percorrenza sono gli stessi (così come le fermate della "via crucis").

Altro piccolo dettaglio: del controllore nemmeno l'ombra. Lo capisco, se vuole evitare le proteste della gente. Ma tanto qui sembra che non protesti nessuno; forse il controllore è in un vagone nascosto dove funziona l'aria condizionata. O forse è sceso da solo alla seconda fermata perché non sopportava più l'afa.

Ore 13,05: Madrid, aeroporto di Barajas. Aria condizionata ovunque; la segnaletica che ti indica dove andare a prendere la Metro è chiarissima. Il biglietto per spostarsi (senza treni né taxi né bus) da Barajas al centro della città costa 2 euro. La Metro è incredibilmente moderna per occhi italiani come i miei (abituati alle povere Linee A e B di Roma capoccia). Non solo: qui i passeggeri chiacchierano. Sorridono. Qualcuno ride. Non sembrano pecore al macello: non sudano e non hanno il volto tirato. Si percepisce nell'aria che la città è viva. E la gente che vi abita vivace.

Madrid è una città che ha ritmo: la musica è onnipresente, per strada, nei negozi, nei supermercati (e certe volte il volume alto dà pure fastidio), dalle case private della gente. E il ritmo si percepisce nel modo in cui gli spagnoli e tutti gli altri cittadini che vivono a Madrid sfruttano la strada per farne luogo d'incontro, di svago, di pure e semplice divertimento.

A Madrid è facilissimo imbattersi in terrazze di bar e caffetterie piene di vecchiette che bevono birra e magari giocano anche a carte; o di intere famiglie che mangiano il gelato e chiacchierano a voce alta degli affari loro. A Madrid ho visto tre ragazzi neri fare il tip tap in centro e ricevere l'applauso generale dei passanti (qualcuno ha provato pure ad imitarli). E ho visto anche una ragazza coi rasta che cantava a squarciagola la sua canzone preferita ascoltata via cuffiette dall'Ipod (e che se ne tornava a casa in minigonna, da sola, a mezzanotte - senza avere paura, a quanto dava a intendere).

Insomma: a Roma devi uscire con lo scudo per difenderti dal prossimo e indossi la maschera del dolore rassegnato; a Madrid puoi uscire a qualsiasi ora e col sorriso sulle labbra perché tanto, prima o poi, un motivo per sorridere (o per ballare o per urlare a squarciagola il tuo pezzo preferito) lo trovi sempre.

No hay comentarios:

Publicar un comentario

Letture pasquali Provo a leggere, in queste vacanze pasquali, tra una corsa in bicicletta in alta montagna e le mangiate assurde previste da...