viernes, julio 15, 2011

Sotto stress? Forse forse...(brevissima relazione sull'Italia di oggi, mentre la si attraversa tutta da Nord a Sud e viceversa)

Saranno ormai una decina di giorni che giro l'Italia, come mio solito, e più passano i giorni che spendo su pullman e treni e più mi convinco del fatto che l'Italia dei politici che ci governano poco o nulla ha a che vedere con l'Italia vera, fatta di gente che, come me, tira a campare per portare a casa la prosaica pagnotta ed è pronta a sopportare file, code, smargiassi, tirapiedi, mafiosi, leccapiedi, rompicoglioni, falsi e ipocriti, maneggioni e lestofanti di ogni sorta pur di fare quello che più ci appassiona (anche se è vero che è complicatissimo fare il lavoro che ti appassiona - e pochissimi ci riescono).

In questa settimana ho conosciuto molta gente nuova del Nord e del Sud Italia: e non è vero neppure che ci siano tutte queste differenze, quando le persone che incontri sono "persone", aperte e disponibili al dialogo, anche se l'accento che si adotta è diverso (ci sarà qualcuno, ogni tanto, che si sveglia la mattina e ricorderà a Bossi e co. che la Padania - in quanto stato - non esiste? Ci sarà qualche anima pia che li avvisi?). Ho visto, parlato, scambiato pareri su lavoro, e prospettive future per il lavoro (del futuro) con gente che va dai 20 ai 40 anni d'età e tutti mi hanno fatto riflettere su una cosa triste: nessuno ha più fiducia o molta speranza nel futuro. Ma una cosa è chiara: c'è ancora molta, molta gente disposta a lottare per realizzare i suoi sogni (e non in un altro paese, ma hic et nunc, qui e ora, in Italia, nel 2011). Ragazzi e ragazze col sorriso sulle labbra che, quando chiedi loro che lavoro facciano, ti rispondono: "Sono disoccupato", e lo fanno con un sorriso che sembra spegnersi, ma poi resiste, hanno il volto segnato, molti si sentono inutili, o impotenti, o inadatti a fare più nulla, e molti continuano a lottare: "Ma domani porto altri curricula, la situazione deve cambiare, non può piovere per sempre".


Agli esami orali della mia materia arrivano ragazzi che non sanno più mettere in fila due parole: sbagliano le congiunzioni dei verbi, tentennano, si ingarbugliano, forse non sanno nemmeno più cosa vuol dire leggere un libro e capirlo, e qualcuno lo boccio, e qualcuno lo promuovo con il massimo, perché sì, esistono anche quelli che continuano a studiare e ad avere curiosità intellettuale per le cose che non conoscono; a una grande maggioranza di persone poco o scarsamente preparate (e qui bisognerebbe indagare a fondo cosa si fa per la scuola e cosa la scuola fa davvero per questi ragazzi) fa da contraltare una piccola, selezionata minoranza di ragazzi in gamba, brillanti (i futuri cervelli in fuga del paese?).

E mentre ripenso a come è stato bello conoscere anche quell'amico regista che fa film horror a basso costo e a come è stato emozionante recitare in un suo corto (particina: ero il morto, morivo alla seconda inquadratura, senza avere nemmeno il tempo d'esclamare una parola), e mentre rifletto su quanti chilometri ancora m'aspettano, e mentre il caldo di questi giorni m'impedisce anche solo d'accendere il computer per vedere un film o ascoltare un po' di musica (Radiohead a palla), penso a quanto è difficile vivere oggi in modo degno in questo paese, e a quant'è bello, comunque e nonostante i mille problemi, vedere che in giro c'è gente completamente opposta a Berlusconi e co., che cerca di fare bene il proprio mestiere, che cerca di non farsi incantare dalle chiacchiere della gente (cfr. supra fotogramma del grande Buster Keaton - in mezzo agli "imbonitori"), e che prova a realizzare i propri sogni in mezzo a situazioni complicate e tristi e a problemi secolari che chissà se un giorno riusciremo mai a risolvere e a scrollarci di dosso... 

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