miércoles, agosto 10, 2011

Love and other catastrophes




Amore e altre catastrofi, così s'intitolava, in italiano, una bella commediola degli anni 90 (per l'esattezza, del 1996), diretta dall'esordiente (all'epoca aveva 24 anni - non so ora se avrà fatto altri film, e di che qualità) Emma-Kate Croghan, regista australiana dallo spirito libertario e dal cipiglio cinefilo e alquanto "nouvelle vague"...


Risi molto guardando quel film, quando anch'io ero ancora un giovane di belle speranze e avevo ancora poca esperienza dell'amore... 


Ricordo che una volta scrissi un racconto solo per infilarci una frase storica che suonava più o meno così: "L'amore: non lo puoi definire, sarebbe come racchiudere un pezzo di cielo azzurro in un sacchetto nero dell'immondizia" (arrossisco a rileggere le cose che scrivevo in tenera età; oggi non scrivo più così - notare il contrasto cromatico ossimorico assolutamente voluto e assolutamente stucchevole).


L'amore è - più che altro - una catastrofe, quando nasce o lo si vede nascere; quando punge o ti spinge ad agire (a disturbare una che sta pensando solo a se stessa o al suo lavoro, e tu ti presenti e ti avvicini, e la guardi negli occhi, provando a mostrare il tuo sorriso migliore e più smagliante, per proporle: "Ti andrebbe di andarci a prendere qualcosa dopo lavoro?", domanda assurda, che ti impedisce di proseguire il discorso, perché a meno che lei non sia altrettanto cotta di te è davvero improbabile che ti risponda:"Sì, dai, andiamo a bere qualcosa qui all'angolo"; la cosa più prevedibile è che ti dica: "No, non mi va", oppure: "Ma chi ti conosce?", oppure: "Ma per chi mi hai presa?", oppure: "No, mi dispiace, non posso, sei molto gentile, ma proprio non posso" - perché magari lei è già accompagnata e, a fine turno, l'aspetta suo marito o il suo fidanzato, o il suo amante, d'altronde è davvero improbabile che una ragazza così bella e affascinante non abbia un marito, un fidanzato o un amante o - peggio per me - tutte e tre le cose insieme).


E allora uno può anche consolarsi, dicendosi: "Vabbè, ci ho provato, mi è andata male, ma almeno ho ricevuto una risposta, ora posso mettermi l'anima in pace, posso darmi una calmata, d'altronde, non è che sia un Adone, perché mai avrebbe dovuto rispondermi di sì, perché avrebbe dovuto accettare un appuntamento praticamente al buio con me, con uno sconosciuto, un italiano, per giunta, vatti a fidare degli italiani, chissà come le sarò sembrato, se "sgarbato" o "troppo diretto" o "dongiovanni", io che non lo sono mai stato e non lo sono mai, in generale, ma qui è diverso, qui uno si sente diverso, quando parli e frequenti giornalmente un'altra lingua diventi un Altro...).


L'amore è catastrofico agli inizi e alla fine, quando non ci si sopporta più e allora si recrimina su tutto, si attacca l'altro per tutte le offese patite e subite e mai dichiarate, si recrimina e ci si offende per niente e per tutto, è tutto così assurdo...


L'amore è una catastrofe apocalittica anche perché c'è sempre di mezzo il sesso, inutile girarci intorno o fare finta di niente. E' sempre stato così e sempre lo sarà, finché esisterà la specie umana sul pianeta Terra.


L'altro giorno, davanti alla macchina del caffè, una mia cara amica ha rimembrato dei tempi passati in cui avevamo avuto un mezzo intrallazzo. Mi sono subito tornate in mente le immagini di quella notte folle, durante la quale io e lei ci siamo sbronzati come poche volte nelle nostre rispettive vite. E mi ero dimenticato a casa i preservativi (e lei non li aveva)..


"Oggi però ce li ho, li ho comprati, non si sa mai", dice ridendo, con quegli occhi verdi che ti stregano. 
"Anch'io ne porto almeno uno in tasca, non si sa mai", le confesso (anche se non è vero) e ridiamo ancora più forte (qualche utente della Biblioteca ci guarda in cagnesco, sembra sul punto di aprire la bocca per redarguirci - fate silenzio, cazzo, non si ride così forte in una biblioteca pubblica)...


E allora ripensare a quello che è stato e a quello che non è stato, a ciò che avrebbe potuto essere e a ciò che potrebbe ancora essere, si può correre il rischio di farsi il sangue amaro o di pensare che, in fin dei conti, è tutto così legato al caso, o al destino, che risulta davvero incomprensibile come ciascuno di noi si impegni ad amare o a cercare l'amore o la donna della propria vita, come sia vano ogni sforzo, e possiamo anche andare in giro a disturbare quella che ci sembra (ma non è quasi mai) la donna della nostra vita, tanto non è mai come vogliamo noi, tanto è tutto frutto della casualità, e un gioco di sguardi può aprire le porte di una convivenza, come chiuderle vita natural durante, può fare scattare una certa complicità, come una risata o un sorriso, un dialogo surreale o sincero, un'amicizia o un'odio assurdo e incomprensibile, una pacca sulle spalle o il preludio ad un rapporto solo carnale...


Viviamo dentro le catastrofi, anche quando non ce ne accorgiamo (o quando crediamo di essere in salvo e al sicuro da ogni imprevisto - amoroso, sentimentale, sessuale, passionale). Ci siamo dentro e non le vediamo...

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