miércoles, marzo 26, 2014

Alla fermata del bus


Alla fermata del bus capitano le cose più assurde e strambe e incomprensibili. Come l’altro giorno, quando un tizio coi capelli sconvolti e al vento, il fisico rachitico, l’andatura da vecchio, mi si avvicina e inizia a parlarmi e io non ricordo chi sia, né come si chiami, né quando l’ho conosciuto (“Non ti ricordi? Al congresso sul valore educativo dell’esperienza” e io mi domando subito: “Ma ho mai partecipato a un congresso sul valore educativo dell’esperienza? Può l’esperienza avere un valore educativo?”).

Arriva il bus e il tizio che non so come chiamare mi sospinge e mi fa accomodare accanto a sé. Iniziamo a parlare dell’Università, delle molte ore di lezione, dello stress creato dagli studenti più pigri o più ignoranti, quelli che ti scrivono email su questioni facilmente risolvibli consultando il sito del Campus, quelli che chiedono a che ora è l’esame, quelli che rompono le palle per ogni bazzecola, e poco a poco comincia a parlarmi dei suoi interessi, dei suoi campi d’indagine, del suo ambito di ricerca:
“Sai, qui do corsi su Lingua Inglese, ma la mia vera passione è la Letteratura Inglese”.
Gli chiedo che periodo studia o a quale autore si dedica. Ed è come se gli avessi dato il “là”. Inizia a sproloquiare, non si ferma più, so già che dovrò ascoltare fino al capolinea.
“Mi occupo di Dante Gabriel Rossetti”, mi fa, con tono papale, e aggiunge: “Studio i rapporti tra l’immagine e la parola nella poetica del Poeta”.
Provo a fare mente locale: i Preraffaelliti, Dante Gabriel Rossetti, un italiano che appare nel manuale di Letteratura Inglese, ma non ricordo se scrisse sempre e solo in inglese o se pubblicò qualcosa anche in italiano.
Il tipo assurdo mi viene in soccorso, specificando e snocciolando amabilmente date e nomi ed interi alberi genealogici:
“Suo padre, Gabriele Rossetti, fu famoso per aver pubblicato un saggio su Dante, o meglio, sull’immagine di Beatrice all’interno della Divina Commedia”.
Allora è per questo che si chiama così, deduco in quattro e quattr’otto: Dante, la grande passione di Gabriele, suo padre. Dante + Gabriel + Rossetti. Ma suo padre scrisse e pubblicò sempre e solo in italiano?
“Fece scalpore. Offriva una rilettura in chiave esoterica del famoso personaggio femminile. Il libro fu censurato e messo al bando. Era impossibile procurarsene una copia, fino a qualche anno fa”.
Mi viene subito la curiosità di sapere come s’intitola questo saggio esoterico su Beatrice e Dante.
Il tizio non lo ricorda e assume un tono a metà tra la malinconia e la depressione più nera:
“Che gran peccato non conoscere l’italiano... So per certo che quel libro potrebbe darmi qualche indizio giusto per interpretare correttamente l’intera poetica del Nostro. Una volta l’ho perfino toccato con mano. Il manoscritto originale, intendo, quello che scappò alle grinfie della censura. È conservato all’interno della British Library. Che emozione. E che tristezza non parlare la tua lingua. Dovrei studiare italiano a fondo. Conosco bene l’inglese, mi difendo in francese, ma l’italiano...mio Dio...”.
Ecco: questo folle è riuscito a contaminarmi. Mi ha già trasmesso il virus (benevolo) della curiosità erudita. Come s’intitola? Chi è davvero Gabriele Rossetti? Che razza di lettura ha fatto del capolavoro dantesco? Deriva davvero dalla sua passione per Dante il nome del figlio? Dove visse o dove nacque il figlio? Chi erano i Preraffaelliti?

Al capolinea mi saluta stringendomi forte la mano e promettendomi un caffè al bar della facoltà. La mattina seguente a questo incontro assurdo vado a cercare informazioni su Wikipedia (fonte inaffidabile, ovvio, ma è pur sempre un principio, un modo per iniziare le indagini).

E scopro che Gabriele Rossetti è mio conterraneo: è nato a Vasto, in Abruzzo, a pochi passi dal paesino di montagna in cui sono nato anch’io. Ha pubblicato un Commento analitico al Purgatorio di Dante nel 1826 e dei Ragionamenti sulla Beatrice di Dante nel 1842. Fu “conservatore dei marmi e dei bronzi antichi” del Museo di Napoli; “poeta” del Teatro San Carlo, sempre a Napoli; nel 1820 appoggiò i moti liberali (era un giacobino convinto) e per questo fu costretto all’esilio, prima a Malta, poi a Londra, dove arriva nel 1824 e dove resterà per il resto dei suoi giorni. Qui diventò professore di Lingua e Letteratura Italiana presso il King’s College, dove insegnò fino al 1847 (morirà 7 anni dopo, all’età di 71 anni). Come suo figlio, scrisse poesie, sia di carattere civile che religioso. Recentemente sono stati scoperti due manoscritti autografi di un poema che s’intitola Il Tempo, ovvero Dio e l’Uomo, opera subito inclusa nell’ “Indice dei Libri Proibiti” per i suoi violenti attacchi contro il Papato e contro la Monarchia.
A Vasto è attivo un “Centro Europeo di Studi Rossettiani” che, tra le altre cose, organizza i “Giovedì rossettiani”: ora, ad esempio, dal 27 Marzo al 24 Aprile, ogni Giovedì, presso la Pinacoteca del Palazzo d’Avalos, si riuniscono scrittori e critici italiani per parlare... di letteratura contemporanea.
Cerco su Amazon i due titoli che riguardano le interpretazioni di Dante e della figura di Beatrice nella Divina Commedia e scopro che costano moltissimo, dai 110 euro in su (chi ce li ha usati non li molla per meno di 90 euro). Cosa ci sarà mai scritto nei Ragionamenti sulla Beatrice di Dante... O nel Commento analitico al Purgatorio di Dante... Perché proprio il Purgatorio e non l’Inferno; perché Beatrice e una lettura esoterica del personaggio; perché giacobino e anti-papista; perché Il Tempo, ovvero Dio e l’Uomo...


Ecco: ormai non potrò più avere pace fino a quando non potrò trovare risposte certe a questi interrogativi. Maledetto sconosciuto che ti ho conosciuto a un congresso sul “Valore educativo dell’esperienza”... Può l’esperienza avere un valore educativo? Almeno a quest’interrogativo so rispondere: certo che sì, certo che può... Perfino alla fermata del bus.

8 comentarios:

  1. Grande Anto, potrebbe essere l'inizio di un romanzo. Dov'è il secondo capitolo?;-)

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  2. Cara Si, con un personaggio del genere, in effetti, ci sarebbe spazio se non per un romanzo di certo per un racconto, magari alla Julio Cortázar (l'altro giorno l'ho rivisto al bar e mi voleva invitare a un caffè, ho evitato, avevo un tremendo mal di testa, non avrei retto al suo ennesimo sproloquio).
    Comunque, le ricerche su Gabriele Rossetti continuano...

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  3. http://www.centrorossetti.eu/e_view.asp?E=30

    https://www.google.com/search?q=luigi+valli+il+linguaggio+segreto+di+dante&rlz=1C1RNNN_enIT349&oq=Luigi+Valli+il+linguaggi&aqs=chrome.1.69i57j0l2.11870j0j8&sourceid=chrome&es_sm=93&ie=UTF-8

    Magari avrai già risolto, ma, nel dubbio.....
    Anch'io ho scoperto il filone esoterico di critica dantesca, a cui ha contribuito molto anche il nostro Pascoli. Luigi Valli, allievo di Pascoli, sintetizza un po' le due linee e daì una lettura del linguaggio dei Fedeli d'Amore secondo me geniale.
    Un saluto
    dragoval

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  4. Caro (o cara) Dragoval,

    grazie mille del link, non conoscevo questa pagina, mi si sta letteralmente "aprendo un mondo"!

    Un abbraccio,

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  5. Este comentario ha sido eliminado por el autor.

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    1. Perdonami, ero convinta di ave trovato il commento al Purgatorio, che però su Google non c'è; ci, sono, in compenso, i due volumi del commento alla Commedia dedicati dal Rossetti all' Inferno ; eccoti il link al secondo volume

      http://books.google.it/books?id=0XgYAAAAMAAJ&printsec=frontcover&dq=related:OCLC8315550=#v=onepage&q&f=false

      Di spunti interessanti ce ne sono comunque molti, e molti davvero inaspettati e insospettati.
      Ciao ;)

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  6. Quando trovo questi risultati, dico: "Viva Google Books!", che ci permette di leggere opere difficilmente reperibili o disponibili solo a kilometri di distanza da noi...

    Nello stesso formato ho potuto leggere le "Cento novelle" del Sansovino (e così pure altre raccolte di novelle cinquentesche italiane - per motivi di studio, of course).

    Leggerò con attenzione! Grazie mille del link, Dragoval...

    Rendl

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  7. Già, Google Books è una risorsa.
    Proprio ieri ho trovato, per una mia amica, il testo della Desheredada di Peres Galdos, a quanto pare introvabile in italiano. Ammetto di averne, fino a questo momento ignorato l'esistenza: la letteratura in lingua spagnola è per me un capitolo quasi tutto da scrivere, anzi da leggere (con molti autori, come dire, non ha funzionato) . Mea culpa .....(ma mai dire mai).

    OOT: molto belli i tuoi post su Nabokov, li ho letti con grande interesse - alla sua opera, dopo un'iniziale fase di rigetto fisico, mi sono "convertita" da poco, essenzialmente per colpa di Gabrilu :)

    Un saluto

    dragoval

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