martes, marzo 25, 2014

Troppo lavoro


Lo stress. Mi sento sotto stress, dormo poco e bevo troppi, troppi caffè. Perché non riesco a smettere?

Mi chiedono (in ordine rigorosamente sparso): a) di scrivere una recensione per un saggio su uno scrittore spagnolo attivo negli anni 20 e 30 del secolo passato; b) di scrivere (e pubblicare subito) un racconto sul tema della “città” (ho pensato subito a Le città invisibili di Italo Calvino, qui lo conoscono anche se non è famoso come in Italia, potrei “rubare” qualche idea interessante, la città come spazio dell’immaginazione, lo spazio come ricettacolo del tempo che passa, la città come luogo d’incontro e di scontro di “immaginazioni” diverse, di “enciclopedie” differenti (pensiamo anche alla “stratificazione” di tali “immaginazioni” ed “enciclopedie” nelle case e nei palazzi di Roma, così come li studiava e li contemplava attonito il buon Henry James); c) di scrivere un articolo di taglio comparatistico su un romanzo picaresco spagnolo pubblicato nel 1631 e di una novella di Francesco Sansovino apparsa a Venezia nella sua raccolta di Cento novelle del 1561; d) di leggere (per un parere spassionato) una tesi di dottorato che l’autore desidererebbe trasformare in saggio di critica letteraria; e) di preparare un intervento su un romanzo che parli di “donne” e di “femminismo” (l’intervento dovrà essere svolto nell’ambito di una serie d’incontri di “studentesse” dell’Università della Terza Età – mi hanno detto che sono “studentesse” agguerrite e piene di curiosità e pronte a fare domande difficili sull’argomento, uomo avvisato…); f) di leggere (e dare un parere su) un romanzo scritto da un’italiana e pubblicato in Argentina (a quanto pare l’autrice ora vive in Francia).

Insomma, troppe cose (tutte interessanti, per l’amor del cielo). E uno si domanda: “Ma quando lo trovo il tempo per leggere le “mie” cose? Quelle che mi appassionano per il solo piacere di leggerle? Quando potrò tornare a leggere senza secondi fini?”.


E poi uno riflette e si dice che è un privilegiato: mi pagano per fare quello che più mi piace e questo – come dice la pubblicità – è un lusso che non ha prezzo. E in più sono vivo. E in salute. È davvero una gran fortuna.

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