domingo, diciembre 06, 2020

 Ieri notte, per esempio


Ieri notte, per esempio, mi è capitato di salire in terrazza alle 23:32; un'ora inconsueta, ma dovevo salirci, per stendere i panni rimasti in lavatrice dalle 17:00 del pomeriggio. E così, approfittando del sonno della prole, sopraggiunto dopo ninne nanne varie, carezze e coccole a più non posso ed altri trucchi consimili che ogni padre e ogni madre conosce a memoria, sono andato su a finire il mio dovere di marito responsabile e mi sono messo a stendere i panni (i nostri e i loro, quelli minuscoli della prole, noiosissimi quando si tratta di stenderli, richiedono una quantità industriale di mollette, oltre che una biblica dose di pazienza) e mi sono messo a contemplare il paesaggio notturno circostante (novello Leopardi: oh, tu, luna in ciel, etc.).

La luna era piena e illuminava il tutto con una potenza da molti watt (si può applicare questa unità di misura alla luce che produce la luna quand'è al massimo del suo splendore? Ai posteri l'ardua sententia...).

Fatto sta che si vedeva bene tutto; anche il palazzo di fronte, dove, all'ultimo piano, l'ultimo appartamento mostrava un'accoppiata cromatica piuttosto curiosa: se da un lato (il sinistro) una stanza era illuminata con le luci bianche di un neon e lasciava intravedere dalle finestre la sagoma di una donna intenta a stirare (sì, a stirare: allora non solo l'unico a fare i lavori di casa nelle ore più improbabili ed improponibili), dall'altro (il destro) quella che deduco fosse la camera da letto presentava un'illuminazione diffusa di colore rosso acceso, come fosse la camera di un alberghetto a ore o un postribolo a luci rosse da quattro soldi. 

E la domanda è sorta spontanea: chi ci stava lì dentro? Il marito della donna intenta a stirare? O nessuno? E perché proprio quel colore così particolare? Perché quel rosso acceso dai vaghi connotati sessuali?

Certo è che il contrasto luce a neon (bianca) e luce rossa (accesa) era notevole e dava da pensare...

Quando sono tornato giù, mi sono chiesto cosa potrebbe mai avvistare della mia il vicino della casa di fronte (e subito torna in mente il mitico James Stewart della Finestra sul cortile di hitchcockiana memoria, costretto sulla sedia a rotelle, immobilizzato per un incidente alle gambe e alla schiena e, proprio per questo, vispo e attentissimo a sfruttare il binocolo che porta in grembo).

Poi il pianto di un membro della prole mi ha riporato tristemente con i piedi per terra e dall'elemento visivo la mia attenzione si è spostata su quello sonoro: quanto disturbo staremo arrecando ai nostri vicini, agli abitanti di questo palazzo, a causa delle strilla e dei pianti dei nostro pargoli? Quante bestemmie e maledizioni ci avranno già inviato?

La luna. Quand'è sveglia, quando è in procinto d'addormentarsi, la prole si diverte a spiare la luna in cielo. Si mettono tutte e due in piedi, dritte sul sofà e scostano la tenda per vedere la "nuna" (così la chiama una delle due, storpiandone il nome corretto). E mi fa un certo effetto vedere con quanta passione due creaturelle s'ingegnano e s'impegnano a cercare la palla bianca luminosa che gira attorno al nostro pianeta. E mi fa ben sperare. E mi fa pensare che quando saranno grandi non avranno dimenticato la lezione che insegnerà loro (credo e spero) la poetica ricerca della luna nel cielo notturno. E che sorrisi quando la scovano! Che allegria! Che contentezza! Sembra quasi che abbiano fatto la scoperta dell'America.

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