Piero Boitani da Corrado Augias per
parlare de Il Vangelo secondo Shakespeare

Guardando questa intervista di Corrado Augias a Piero Boitani (per chi fosse interessato al saggio Il Vangelo secondo Shakespeare rimando al post del 2/11/2009), continuo a pensare che il prof. (Anglista e Comparatista dell'Università "La Sapienza" di Roma) sia la reincarnazione di Omero (per il modo in cui "racconta" alcuni dei capitoli più belli della letteratura mondiale e per la passione che riesce a trasmettere a chi lo ascolta); questo è il link per l'intervista:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-5c5ccdd5-5858-48bd-98f1-87f9dd008834.html?p=0
La parte più bella è all'inizio, e cioè, quando Boitani sottolinea una delle tante contraddizioni apparenti (o paradossi reali) del Bardo: Amleto ha da poco visto il fantasma del padre (che lo mette al corrente della propria morte violenta per mano di Claudio, suo fratello) e nel famosissimo monologo che inizia con "To be or not to be", lo stesso Amleto, a un certo punto, dice di avere timore di compiere l'azione perché non sa cosa l'aspetta di là, nel mondo dei più, quella strana terra da cui nessun viaggiatore è mai tornato ("The undiscouvered country from whose bourn / No traveller returns [...]", dalla scena I dell'Atto III).
Ma perché mai - si domanda Boitani - Amleto fa una simile affermazione, quando ha appena parlato col padre tornato dall'al di là?
Shakespeare è un classico anche per questo: apre la strada a una molteplicità d'interpretazioni diverse e, a volte, perfino contrastanti l'una con l'altra. Continua a sfidarci, a distanza di secoli...
E Augias: "Non ci avevo mai pensato!". Boitani sorride...
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