miércoles, junio 16, 2010

Doubts



Sarà che ultimamente ho visto troppi film sulla crisi della coppia e sul matrimonio (cfr. l'Ingmar Bergman di Scene da un matrimonio del 1973;o la Liv Ullmann de L'infedele del 2000; o il Woody Allen di Mariti e mogli del 1992; o quello di Alice del 1990...), sarà che sono alquanto irrequieto e stressato, ma non passa giorno che non nutra dubbi sulla mia compagna, sulla mia vita amorosa, sulla possibilità che abbiamo (entrambi) di costruire una vita da adulti insieme (per formare una famiglia, dei figli, dei legami di sangue che esulano dal tuo corpo individuale e confluiscono in quelle persone che, tutte insieme, formano, appunto, una famiglia).

Sono confuso e felice: lavoro anche 12 ore al giorno ma poi, non si sa come, riesco perfino a trovare il tempo per andare ad ubriacarmi con una collega e amica al bar della stazione; una birretta si trasforma in un cuba libre; un aperitivo in una cena; mi sorride e ha già capito: voglio fumare anch'io (anche se non sono un fumatore incallito). E così respiro a pieno polmoni quantità preoccupanti di nicotina (ignaro del treno che è arrivato ed è già ripartito, senza di me)...

Mi sento così rintronato che sbaglio le aule in cui stanno svolgendo l'ennesimo consiglio di classe. E mi ritrovo a parlare di filosofia con il bidello sordomuto che, quando vuole, si fa capire benissimo, anche a gesti. A volte penso che sia più eloquente lui di tanti illustri colleghi che pascolano per i corridoi della scuola alla ricerca di una bevanda rinfrescante (con il caldo che fa!).

Sono pronto a fare un passo del genere? E' possibile non nutrire dubbi e promettere amore e fedeltà eterne alla persona che penso di amare? Che sono convinto di amare?

Immagino il giorno prima della celebrazione delle nozze: fino a quel momento, fino al fatidico "sì, lo voglio", puoi ancora tornare indietro. Dal "sì, lo voglio" e dallo scambio delle fedi in avanti, non si può più (in teoria; nella pratica, lo sappiamo tutti che esiste il divorzio, ma in teoria se ti sposi è per sempre...come diceva una certa pubblicità di diamanti) tornare indietro, non si può più fare dietro-front. E come si fa a pensare di voler stare sempre e solo con una stessa donna? Come è possibile anche solo immaginare un'intera esistenza al fianco di una e una sola donna? E il resto? E tutte le altre? Diventano per caso e immediatamente off limits? Fuori dalla nostra portata? Desideri destinati a restare per sempre tali? Illusioni romantiche da avventure romanzesche che si possono solo sognare? Si può davvero amare solo una persona sulla Terra ed escludere le altre? (su questo argomento meglio non cfr. Proust, il vol. su La prigioniera e La fuggitiva, perché Proust è sincero e troppo, troppo crudele con la sua incredibile sincerità, meglio evitare, se si vuole evitare il suicidio o la depressione permanente...).

Ricordo una citazione da Strindberg nel migliore dei film che ho citato sopra (Scene da un matrimonio non è un film drammatico; neppure sentimentale; per certi versi potremmo includerlo nella categoria "horror" - e chi l'ha visto mi capirà): "Non esiste essere più tragico di un marito o una moglie insoddisfatti" (cito al volo e non a memoria, potrei anche sbagliare, ma il succo è questo). Ed è vero, cazzo, è vero! Non c'è tragedia più grande e macabra e triste e deprimente...

Mi sento confuso come quando vidi Profondo rosso (del 1975) per la prima volta: riconoscevo scorci che sapevo appartenere a Roma, ma c'erano altre scene e altre inquadrature in cui si scorgevano monumenti e chiese che non erano di Roma. Crescendo ho scoperto che si trattava di un trucco voluto dal regista: Dario Argento, in Profondo rosso, s'inventa una città irreale mescolando Roma a Torino, creando un mix che non esiste se non nella geografia fittizia del film, per cui può succedere che David Hammings si trovi a passeggiare (di notte) per Piazza Vittorio Emanuele (a Torino) e per svoltare poi su Piazza della Repubblica (a Roma), e lo spettatore finisce con il provare lo stesso senso di spaesamento (inquietante) provato dall'attore protagonista...

Spaesato è la parola giusta: mi ritrovo a fare le 3 del mattino in casa di amici di amici che abitano in periferia in una città che non è la mia per parlare di Wittegenstein e della filosofia del linguaggio come se fosse la cosa più normale del mondo (quando di normale, in conversazioni del genere, c'è ben poco)... Oppure, mi ritrovo a commentare Italia-Paraguay a Roma, in compagnia di mio fratello, in casa di amici suoi, e a chiacchierare per cellulare con Mauro, che è un amico uruguaiano che vive a Madrid e non sospetta minimamente che io, in quel preciso istante, sto guardando la prima partita dei Mondiali del Sudafrica della mia nazionale...

Si può amare tutta la vita la stessa persona? Si può cambiare in parallelo con l'altra persona senza ferirsi o farsi del male reciproco? Si può convivere con tutta questa massa di desideri improvvisi che a volte ci spingono a ferire la persona amata? Quante domande. Ho bevuto troppo anche stasera. Meglio tornare a letto. E leggere un po'...Basta scrutini. Basta voti. Basta consigli.

1 comentario:

  1. I tuoi dubbi sono molto leciti. Credo che ognuno abbia il suo percorso e che le risposte le abbia solo tu e sono dentro di te. Sembra stupido e scontato ma è proprio così. Ognuno ha il suo metro di giudizio e con i dubbi, la tristezza, il senso di colpa, gli sbagli impariamo a conoscerci e finalmente a capire cosa vogliamo davvero da questa una e UNICA vita che abbiamo. Cosa difficilissima:-)

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