jueves, octubre 27, 2011

Desirée


Oggi ho conosciuto Desirée, una studentessa di Lingue che non segue i miei corsi e che mi ha intrattenuto, mentre ero in coda all'ufficio prestiti della Biblioteca Centrale dell'Università in cui lavoro (da precario, come ormai da tanti anni), illustrandomi i suoi progetti per il futuro (immediato).

Desirée è una bella ragazza con gli occhiali spessi alla Woody Allen (sono tornati di moda, pare) ed è una tipa socievole, piuttosto espansiva, dotata di parlantina e di voglia di fare. Indossa un lungo cappotto scuro tutto sgualcito; ha i capelli lunghi neri e mossi e gli occhi verdi; una maglietta colorata (d'un verde o rosa o fucsia quasi fluorescente) e un paio di pantaloni strappati all'altezza delle ginocchia. Ai piedi, un paio di Converse rosse (anche queste piuttosto usate, di persona che cammina molto).

Desirée studia Inglese e Francese, si occupa di letteratura femminile (sarà anche femminista?) e di gender studies; ma un giorno - mi confessa - lesse Goethe, il suo Viaggio in Italia, e ne rimase folgorata. Le sono piaciuti, in particolare, i brani che lo scrittore dedica ai paesi e paeselli che ha trovato lungo il cammino da Napoli a Salerno (o viceversa); e Desirée è rimasta a bocca aperta pensando alla differenza abissale, ai cambiamenti inesorabili e in peggio che quei paesi hanno assunto oggi, nel trascorrere del tempo e a distanza di tanti anni (più di un secolo fa - il libro di Goethe uscì nel 1829, anche se il viaggio lo fece quando aveva 37 anni, nel 1786).

Desirée si è messa in testa di fare un documentario sui "paesi nascosti", sugli scempi che la camorra o lo Stato (o entrambi, insieme, e allo stesso tempo) hanno lasciato su questo territorio ben circoscritto e sul fatto che bisogna recuperarli e prendere coscienza di quanto non si fa e di quanto si potrebbe fare per migliorare il paesaggio, e l'Italia intera, forse.

A tratti, mentre l'ascolto infervorarsi contro chi ci governa, mi fa venire in mente Roberto Saviano. Altre, mi fa ridere (Desirée è una tipa anche molto "teatrale", gesticola molto, si muove, quando parla, ed ha una faccia davvero espressiva).

E rimango a bocca aperta quando mi racconta che, in alcuni di questi paesi a rischio, la gente (giovani come lei o anche persone anziane e con una certa esperienza dei pericoli locali) le consigliava caldamente di smetterla di fare foto, che lei è una ragazza, cosa ci fa una ragazza così carina e giovane in un posto simile? 

Desirée mi ha raccontato che se provi a domandare come si fa a raggiungere quel particolare paese, o quella determinata contrada di quel paese, la gente abbassa la voce e ti consiglia di riprendere armi e bagagli, di riprendere il trenino o l'autobus che ti ha portato fin là, e di tornare a casa... Ci sono posti che è bene non frequentare né fotografare...

Desirée, però, è anche una tipa "tosta", una testarda, che non si dà per vinta: ha già fatto diverse foto, ha accumulato un bel po' di materiale - anche se ha rischiato, in uno dei suoi tanti incontri "strani" o con gente "poco raccomandabile" - e ora è quasi pronta per scrivere (commenti alle foto e le sue riflessioni su quanto mostra, sull'Italia "nascosta" che vuol mostrare perché tanto si sa, i tg non ne parlano) e per montare il tutto (parole e immagini) e pubblicarlo su YouTube.

Desirée è l'esempio concreto, vivente, di quell'Italia che non si riconosce in chi la governa e la umilia. E' l'esempio di quella minoranza di ragazzi e ragazze che amano studiare, sono curiosi, non si limitano a leggere libri, ma cercano anche di capire toccando con mano ciò di cui si parla (o ciò di cui - volutamente - nessuno parla, perché sono argomenti scomodi o che vanno a toccare nodi irrisolti - come "a munnezza", la camorra, gli "ecomostri").

Ci scambiamo l'email; voglio proprio vedere come sarà il suo documentario. E Desirée usa subito la mia email per dirmi che si scusa se mi ha trattenuto così a lungo su certi temi. Le rispondo subito che non mi è affatto dispiaciuto: non erano chiacchiere da bar. La esorto a continuare, a non darsi per vinta, a non ascoltare chi la prende per pazza o "idealista". E penso: Desirée è "donchisciottesca" nel senso buono del termine: non una squilibrata che lotta contro i mulini a vento; ma una che, avendo ben presente la durezza e la pesantezza della realtà, cerca di staccarsene per dire la sua e farci vedere quella stessa realtà da nuovi punti di vista. Poi le consiglio il libro di un altro Don Chisciotte contemporaneo, il "paesologo" Franco Arminio (il libro, appena uscito da Mondadori s'intitola Terracarne), uno che ha perlustrato e continua a perlustrare l'Italia fatta di paesi e paesetti, villaggi e contrade che tendiamo a dimenticare o a evitare come luoghi poco interessanti o poco ospitali... quando forse è lì che si trova l'Italia più vera e sincera.

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