Una seconda casa misteriosa
Dopo quella di cui ho parlato in qualche post del passato (non ricordo quale e non mi va di stare a ritrovare la data esatta del post), questa qui a fianco è la seconda casa misteriosa che si trova nei miei paraggi. Sembra una casa normale: un appartamento al secondo piano di una palazzina di fronte al palazzo in cui abito io da ormai 3 anni. Ultimamente, però, la casa sembra frequentata da presenze alterne e variegate che non riesco a decifrare. L'altra mattina, mentre studiavo, ho visto affacciati al balcone due donne di colore con addosso due strani camici azzurri. Una divisa, una specie di "copertura" di plastica, come quella sorta d'impermeabile che usano i chirurghi in sala operatoria per non sporcarsi di sangue. Le due donne di colore fumavano e chiacchieravano placidamente, sotto il sole d'Agosto, ignare del fatto che qualcuno, dall'appartamento di fronte, le stesse osservando. Fumavano e chiacchieravano del più e del meno, ma a quella distanza non potevo sapere di cosa, non sentivo nulla, eccetto qualche parola sparsa e pronunciata con un tono più elevato. Sembravano intente a fare una pausa durante il lavoro. Erano inservienti? Donne delle pulizie? Bidelle (con quel camicie così strano e dal coloro azzurro così peculiare?).
La mattina dopo la scena era identica al giorno prima, ma i protagonisti erano cambiati. Un padre di famiglia aiutava il figlio di pochi mesi ad aggiustare un triciclo minuscolo. Gli stava riparando la ruota anteriore. O regolando le due ruotelline più piccole posteriori. Dopo poco, entrava in scena anche lei, la moglie, una bella donna sulla trentina, con pantaloncini corti, infradito e una maglietta scollata di una nota marca sportiva. La donna, bionda, carezzava i capelli del bambino, anche lui biondo, e diceva qualche battuta a suo marito. Una famiglia allegra, come ce ne sono poche, ultimamente (o almeno, questo mi veniva da pensare guardando quei tre, membri affiatati di un nucleo pieno di allegria, di voglia di stare insieme, come dire, di gioia domestica di condividere gli stessi spazi - l'appartamento - e gli stessi momenti - l'estate pisana; metà Agosto, le ferie forse ancora lontane).
L'altra sera, invece, torno da lavoro e vedo un anziano appoggiato alla stessa ringhiera su cui sono appessi i jeans e i pantaloni che si ammirano nella foto. Il vecchio signore fuma una sigaretta e guarda in direzione del giardino sottostante. Due gatti si riposano sotto i raggi della luna. Sono le due (ultimamente, da quando lavoro, vado a dormire tardi, o comunque: non prima delle due) e questo anziano signore dai capelli bianchissimi fuma e guarda i gatti (come recita il verso di una canzone del passato). Poi solleva lo sguardo e capisce che, da dietro questa finestra, dallo spazio che intercorre tra la serranda e la soglia, c'è qualcuno che lo sta spiando (spengo subito la luce, ma ormai, come si dice, la frittata è fatta, sa che lì dietro c'è chi lo spia). Mi fa paura, non so perchè, ma lo sguardo che lancia nella mia direzione quest'uomo m'incute un certo timore indefinibile (e la paura è sempre legata a qualcosa che non conosci e che comunque avverti come pericolosa e perciò, assolutamente, da evitare, costi quel che costi).
La mattina dopo, con le occhiaie e un viso stravolto dall'insonnia, ho alzato la serranda e ho di nuovo intravisto la famigliola del bambino biondo. Nel tardo pomeriggio, invece, è riapparsa la coppia delle donne di colore. Indossavano ancora quegli strani grembiuli azzurri. Escludiamo l'ipotesi che siano delle bidelle (quell'appartamento non è scuola; una scuola è composta, semmai, da più appartamenti messi insieme); escludiamo anche l'ipotesi che siano amiche o colleghe dell'anziano signore che guarda i gatti alle due di notte. Allora, cosa ci resta? Una famiglia, composta da una trentenne avvenente e bionda, un bambino biondo pure lui e col triciclo rotto (oppure è la ruota davanti a dare problemi, non scorre, non gira a dovere) e un marito atletico e premuroso (sia nei confronti del piccolo che della moglie). In che rapporti sono col vecchio? E' per caso il nonno del piccolo col triciclo (nonno paterno - padre del marito; oppure materno - e allora è il padre della trentenne)? Forse che le due donne di colore sono le responsabili della pulizia della loro bella casetta? Fanno le pulizie, rimettono in ordine, spolverano, stirano e appendono quegli stessi jeans che ora vedo in foto (e su cui il vecchio dell'altra notte ha poggiato i gomiti per osservare quei due gatti sonnacchiosi sotto i raggi lunari)?. I conti non tornano. Passano i giorni e non riesco a scovare la chiave giusta a questo rebus. I tre gruppi non s'incrociano mai (oppure sono io lo sfortunato e non riesco mai a vederli insieme, a coglierli nel momento in cui vengono inquadrati nello stesso spazio, o porzione di spazio - il balcone, con le due finestre, è tutto lo spazio, in realtà, che riesco a scorgere da questa mia finestra semi-chiusa - o semi-aperta). Ho paura che possano scoprirmi. Non che sia uno spione, o un voyeur di professione (anche perchè anche a me darebbe fastidio sapermi spiato da qualcun altro); però, ripeto, mi piacerebbe "coglierli" in un'unica inquadratura. Le due donne di colore; la famigliola allegra; il vecchio dai capelli bianchi che guarda i gatti. Non so. Forse non si tratta dello stesso spazio (e l'appartamento che io credo "unico" e "solo" è in realtà "più appartamenti" - dello stesso palazzo - che si alternano girando o capovolgendosi di 360 gradi ogni volta che li osservo). Oppure sono io che sto impazzendo e che soffro di solitudine. La casa (anche questa seconda casa) continua ad essere un mistero...
Leggendo il tuo post mi è venuto in mente un film di Kim Ki-Duk (di cui ti avevo già parlato), Ferro 3, che parla di un ragazzo che alloggia in case temporaneamente libere perchè i propietari sono in vacanza. Quando poi questi tornano lui cambia alloggio.
ResponderEliminarAnche se in questo caso non penso che l'anziano possa condurre questo tipo di vita:-)
Però le spiegazioni possibili a questo mistero sarebbero infinite...divertente...fammi sapere se scopri qualcosa;-)
Per ora entrambe le finestre che danno sul balcone sono chiuse (ma da dietro,di sera, si nota la luce accesa)...Vedrò senz'altro "Ferro3"; di Kim Ki-Duk ho visto "L'arco" e mi è piaciuto molto,sensuale,malinconico,disperato,erotico...
ResponderEliminarRicambio l'abbraccio (e grazie dell'appoggio morale),Si!From Pisa airport