martes, noviembre 20, 2007

In the dark and deep part of the night

"E' stato bello, anche se è durato poco". Quante volte pronunciamo questa frase (o ce la diciamo in silenzio tra di noi, a mente aperta e bocca chiusa)? In quante possibili e variabili circostanze?
Mi viene in mente l'atmosfera di distensione paradisiaca che si respira dopo l'amore: "E' stato bello, anche se è durato poco", in questo caso sì che potrebbe suonare ad offesa (l'orgoglio maschile sempre in agguato, ahinoi, maschi irascibili, anche quando non siamo frettolosi, anche quando riusciamo a regalare orgasmi degni di questo nome), se la frase è detta dall'amante o dalla compagna che abbiamo affianco (ma in linea di massima e in generale "l'orgasmo è bello perchè dura poco" - litigarello avrebbe fatto rima, ma quello è l'amore, è un'altra storia...). Oppure, mi viene in mente l'aria di abitudini riconquistate, dopo un viaggio. E allora si accende il computer e si guardano le fotografie scattate a Plaza Colón, o alla Gran Vía di notte (con le sue mille luci accese e scintillanti), o al Paseo del Prado, con la statua di Velázquez a fare la guardia alle stanze (mille e una) del mitico e omonimo museo nazionale... e si dice: "E' stato bello, ma è durato poco, magari potessi tornarci, avere più tempo per visitare anche gli altri posti che non abbiamo visto e che la guida ci raccomandava con tanta eloquenza"). Oppure, quando si rompe un rapporto e allora la frase assume connotati cinici, quasi fratricidi, mi verrebbe da dire: "E' stato bello - anche se è durato poco, o troppo, o tanto - e adesso ognuno per la sua strada, non voglio più che mi chiami, non telefonare più, basta vedersi la sera per andare a mangiare la pizza, ormai è fatta, ormai è finita" e ti prepari ad andare al cinema con un amico, sbiadito solo dopo mesi il ricordo di quando ci andavi con lei e le stringevi la mano o le carezzavi la gamba o le stampavi un bacio dietro l'orecchio e sul collo (due punti cruciali per eccitarla, da farle venire la pelle d'oca). "E' stato bello, peccato debba finire", penso, quando finisco di leggere un romanzo che mi coinvolge e avvince e la trama s'avvia alla conclusione (lo diceva giustamente anche Frank Kermode: "il bello dei romanzi è che devono giungere a un finale", anche quando questo venga ritardato - sorta di "orgasmo ritardato", in questo caso, o coitus interruptus ad infinitum). "E' stato bello", dico ad Antonio Escudero, vecchio saggio e amico della Biblioteca Nacional, incontrato per caso davanti alla macchinetta automatica che distribuisce caffè e cappuccini che ricordano solo vagamente ciò che in Italia definiremmo come un caffè e un cappuccino... Mi spiega che ultimamente la gente ha perso l'entusiasmo. Che in giro si respira un'aria cattiva, di disfattismo e di superficialità infinita. Dice che si sente meglio quando sta da solo; Antonio Escudero dice di coltivare la solitudine a Las Navas, e che gode della pace e della tranquillità delle piante del suo mitico giardino. "E' stato bello", anche se deve per forza di cose finire. Come il libro di Sebald che ho ripreso in spagnolo (e che ho già letto in inglese e che forse comprerò anche in italiano), Los anillos de Saturno, pieno di foto e di immagini che sembrano provenire da un altro pianeta. Saturno, di fatto, era il pianeta della Melancolia, presagio di cattiva sorte, o di malattie e morte. Un libro strano, che sembra ruotare attorno alle vestigia dei tempi passati, che s'impegna a ricordarci che cenere siamo e cenere ritorneremo. Un libro che si apre con una citazione che fa al caso nostro ("E' stato bello, anche se è finito presto"):

'Good and evil we know in the field of this world grow up together almost inseparably'

E così ora, mentre scrivo dalla Biblioteca e attorno a me ci sono persone che scrivono le loro tesi e leggono gli autori più disparati e realizzano le loro ricerche con passione e foga, mi viene da pensare che anche queste due frasi sono inseparabili: "E' stato bello, anche se è durato poco".

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