martes, enero 29, 2008

A terrible mistake

“Senti questa”, gli fa Roberto, quell’amico che tutti, per nostra fortuna, almeno una volta incontriamo nella vita, colui al quale confessi che l’amata t’ha tradito, col quale sfoghi la rabbia che accumuli sul posto di lavoro, al quale racconti le cose più belle o curiose che ti sono capitate durante la giornata (o gli ultimi mesi, se non hai il modo di poterlo frequentare abitualmente) e aggiunge: “c’è un tizio, uno studente, che arriva a Firenze per studiare Belle Arti, ce ne sono un sacco che vengono nella città di Dante per questo motivo…comunque…sono due giorni soltanto che sta in città, per il momento vive in un ostello del centro, dove gli fregano trenta euro a notte e non gli passano nemmeno da mangiare (il bagno, che te lo dico a fare, è in comune con gli altri). Ebbene, si da il caso che questo studente, chiamiamolo John, sia un tipo intraprendente e pieno d’iniziativa e vuole sfruttare il primo Sabato che gli si presenta per darsi un’occhiata in giro, per tastare il territorio, diciamo (in America, il suo paese d’origine, gli hanno sempre parlato bene dell’Italia e delle italiane, oh, le italiane hanno la fama di tipe bellissime e passionali, le tipiche mediterranee che al letto, dio sa se ci sanno fare…comunque…ecco, diciamo, John si da alla pazza gioia, comincia a bere da solo, in un bar del centro, ma per quel che gli fanno pagare capisce che è meglio cambiare aria, e si avvicina con passi timorati a un pub in cui un cartello avverte che ai giovani studenti viene fatto lo sconto sul prezzo di listino, entra e che gli succede? L’incontro insperato, proprio non ci pensava e non ci avrebbe mai scommesso nemmeno un centesimo dei suoi vecchi dollari…incontra un gruppo di studentesse americane del suo stesso stato, la Georgia, diciamo, e tra queste, nientemeno che Marie, sì, accidenti, si tratta proprio di lei, la sua ex compagna di banco ai tempi del college (lì lo chiamano così, da noi dovrebbe trattarsi del “liceo”, ma non me ne intendo di queste etichette e denominazioni, ammetto la mia ignoranza in materia, comunque…), che bello, che sorpresa, che meraviglia, ragazzi, avrà pensato di sicuro il nostro Johnny…piglia e si siede nei pressi della lunga e affollata tavolata dei suoi connazionali, con Marie che fa le presentazioni del caso, ragazzi! Questo è il mio amico Johnny, my friend dai tempi del liceo (o “college”), che combinazione, non credete? E si stringono le mani, tutti allegri e sorridenti, anche perché molti hanno già bevuto, e anche parecchio, non neghiamocelo, questi studenti stranieri quando vengono in Italia si danno alla pazza gioia, ricordiamoci che in America, quei puritani, vietano l’alcol ai minori di 21 anni, una cazzata, diciamocelo, anche perché così tu li fomenti, li spingi proprio all’esatto contrario e a esagerare anche solo se ti trovi di fronte a un semplice boccale di birra, comunque…”
Arriva il cameriere con i due caffè (senza zucchero per Roberto, macchiato per lui) e deposita lo scontrino sul tavolo. Roberto nemmeno lo degna di uno sguardo e continua a raccontare, come se fosse seduto anche lui a quel tavolo, con Marie e Johnny, chiamiamolo così…
“…comunque…l’allegra compagnia è già a buon punto, Johnny non può che aggregarsi a loro, ordina roba forte, whiskey e coca, rum e pera, che fanno il loro bell’effetto sul cervello, non neghiamolo…Marie, nel frattempo, gli sussurra, anche lei leggermente fuori di testa, che gli piaceva, ma dai!, esclama il ragazzo, e aggiunge, non me n’ero mai accorto, ma veramente? I can’t believe it, sì, fa Marie, sempre più rosse le guance, effetto dell’alcol o della timidezza? Non lo sapremo mai, dio quanto sono puritani questi Americani, quando ad un tratto la ragazza si sente male, le gira la testa, non ce la fa più, ride e poi scappa in bagno a vomitare anche l’anima, con John che l’assiste dall’esterno e le domanda in continuazione se si sente bene, mai sentita così male, esclama sorridente e bavosa Marie, devi prendere aria, ragazza, le propone John e così, tra le risate degli amici, la conduce fuori dal pub. Ecco, sono all’aria aperta, il clima è mite a Firenze, in questa stagione, le strade sono affollate di turisti americani come loro, studenti di Belle Arti (ma John non ricorda che Marie è in Italia grazie a una borsa di studio che ha vinto presso il Dipartimento di Letteratura Italiana, è iscritta a Lettere, ma tanto basta…), che ne dici di appartarci un po’?, chiede tra il serio e il faceto. John non sa che fare, fino a ieri dormiva da solo in uno schifoso ostello di via dei Guelfi, vicino a Piazza della Repubblica, adesso è in compagnia di una conterranea e ha appena scoperto che a lei piaceva fisicamente, anche se lui non se n’era mai accorto…insomma, cosa fare? Accettare per dare vita a una relazione dopo anni d’incomprensione? Oppure elegantemente rifiutare? Ma se invece Marie avesse voluto intendere tutt’altra cosa? E così è…Ma che hai capito? Volevo proporti di andare al Giardino delle Rose! E’ quel giardino che si vede da qui, non lo vedi? E indica il Piazzale Michelangelo, John non c’è mai stato. Dai, let’s go, e John accetta, soprattutto perché con la camminata spera che l’amica possa riprendersi, e poi dicono che da lì si goda davvero una delle viste più belle della città. Salgono lungo Viale Poggi, tra abeti e querce, ma non sanno che il Giardino delle Rose non è sempre aperto, in questa stagione è proprietà privata, solo d’estate l’ingresso è ammesso ai turisti, ora ci vivono un rigattiere-antiquario che lavora in centro con la figlia, segretaria presso uno degli avvocati più potenti della città. Ed è proprio lei che vedono arrivare in macchina, il cancello del giardino si apre, loro s’intrufolano, dai, let’s go, ripete Marie, completamente ubriaca, nonostante la vomitata nel pub, e John la segue, anche lui è su di giri, ma la ragazza, la figlia del proprietario, li ha visti e ha paura, crede che siano albanesi, una coppia di ladri, citofona al padre, sono le tre e mezzo del mattino, a quell’ora sta dormendo, ma si alza, vengo subito, rassicura la figlia, e prende al volo il coltello a serramanico col quale cura il suo giardino e rammenda i suoi vecchi mobili d’antiquariato…comunque, ecco che spunta sul giardino, urla, questa è proprietà privata, andate via!, li minaccia soltanto, per ora, ma Marie gli risponde per le rime, loro sono turisti, lei là dentro c’è già stata, vogliamo solo guardare il panorama che si gode da quassù, come on, non faccia l’ingrato, ma l’uomo, anziano e svegliato nel cuore della notte, non capisce un’acca d’inglese, e crede che siano proprio due albanesi, si avvicina e avverte l’odore forte dell’alcol, stringe Marie per un braccio, siete pure ubriachi, maledetti ladri, la ragazza urla e si allontana, John a quel punto non ci vede più, credendo che l’uomo voglia molestare la sua ritrovata amica, gli getta contro la sua giacca estiva, l’uomo non ci vede più, sono cieco, aiuto!, mentre la figlia scende a vedere cosa succede in giardino, che fate?, e l’uomo sferra all’impazzata fendenti contro l’aria col suo coltello a serramanico, fino a quando non colpisce John, un colpo alla giugulare, il ragazzo urla, Marie scappa spaventata, la figlia dell’uomo si frappone e riceve involontariamente una coltellata sul ginocchio, ma si ferisce soltanto, nulla di grave, papà!, urla disperata, e solo dopo che si toglie la giacca sul volto capisce che quella è sua figlia e non Marie, e si rende conto della gravità della situazione, con John che perde sangue a litri dal collo e Marie che non sa più che ne è dell’amico appena ritrovato, solo due giorni che sta a Firenze, chiama il 331, dal suo cellulare, ma non risponde nessuno, una piccola distrazione, pensa all’America, dove non esiste quella strana combinazione, 113, sbaglia numero, mentre l’amico perde coscienza e sangue e muore…”.
A quel punto Roberto sorseggia il suo caffè. Il cameriere vaga tra i tavoli e galleggia nella nebbia del fumo delle sigarette dei vari clienti pomeridiani del locale. Fa uno sguardo amaro. Come di chi avrebbe voluto salvarci, ma non ha fatto in tempo per uno stupido, sciocco ritardo.
“Marie è stata ritrovata il mattino dopo ai piedi della statua del Perseo che innalza trionfalmente la testa della Medusa. John è stato trasportato al pronto soccorso e poi all’obitorio per gli accertamenti legali, ma il caso era risolto in partenza. Si è trattato di un errore d’interpretazione. Let’s go, gli hanno detto i poliziotti che hanno ritrovato la ragazza. A terrible mistake, le ha continuato a ripetere la psicologa della questura, un terribile errore d’interpretazione. Se quell’uomo avesse saputo l’inglese, o se solo avesse avuto nervi più saldi…ma Marie continua a ripetere che è stata tutta colpa sua, che l’ha portato lei John lassù, che erano tutti e due ubriachi e che non sapevano che era vietato l’ingresso al Giardino delle Rose in quel periodo dell’anno.”
A quel punto Roberto smette di raccontare. Anche gli amici come lui si stancano, a volte. Gli propone di andare a fare una passeggiata. Lui accetta, ma non smette di pensare alla fine assurda dello studente americano venuto a Firenze da appena due giorni per studiare Belle Arti, mentre guarda dal basso il Giardino delle Rose. Chissà che vista si gode da lassù.

Questo racconto è ispirato ai cosiddetti "fatti realmente accaduti". Solo che i nomi sono inventati. I fatti invece risalgono al 2004 (se non erro); il racconto è stato scritto l'estate del 2005 (se ricordo bene).

2 comentarios:

  1. Ho letto il racconto tutto d'un fiato... ma quando potrò leggere un tuo romanzo? Guarda che lo aspetto, secondo me dovresti farlo, scrivi molto bene y ademas no te falta la pinta del escritor ;)
    Besos

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  2. Grazie, soprattutto por lo de las pintas! Ja ja! Comunque, non m'azzardo sulla lunga distanza,c'ho sempre paura di sbagliare...o di finire per l'ingarbugliarmi. Poi chissà...Besos Ro!

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