Tra poco
Tra poco comincerà una nuova fase nella mia vita. E siccome si tratta di qualcosa che posso solo "indovinare" ma non "sapere a scienza certa" mi piace ricamarci sopra. M'immagino come sarà, quale pubblico mi troverò davanti, mi chiedo se sarò abbastanza preparato e bravo da catturare per un'ora di filato la loro (di chi?) attenzione... perchè se è vero che è difficile parlare in pubblico, ancor più complicato è parlare in modo tale da coinvolgere lo stesso (rispettabile, a volte nemmeno tanto, oltre a quelli che si distraggono ci sono pure quelli che magari ti fischiano e non vedono l'ora di alzare il culo e sparire dalla tua visuale).
Intanto, mi sto facendo una cultura sulla letteratura italiana. Consiglierei a tutti gli aspiranti critici un saggio di Andrea Neri dedicato a Tiziano Sclavi e che s'intitola, appunto, La lingua di Tiziano Sclavi ai confini fra fumetto e narrativa, Torino, L'Harmattan, 2004. L'autore - allora laureando - vi studia quella sorta di osmosi tra parlato, visivo e scritto o tendenza a oltrepassare i limiti della lingua scritta che caratterizza in effetti lo stile sclaviano (possibile che nessuno si sia accorto, tra i tanti critici italiani, che esiste ormai l'aggettivo "sclaviano"? Forse due eccezioni ci sono: Umberto Eco, che con Sclavi condivide lo stesso gusto citazionista, e Remo Ceserani, che nel suo Raccontare il postmoderno dedica alcune righe proprio alla lingua usata dall'inventore di Dylan Dog). Non solo: Andrea Neri ci dimostra anche come bisognerebbe scrivere i saggi di critica: lungi dall'esporre un'erudizione soddisfatta di sè, onnicomprensiva, cannibalica, lo studioso si avvicina all'oggetto della sua analisi con una passione che non viene mai nascosta, ma che serpeggia in ogni capitolo. Dietro si capisce che c'è una persona che ha studiato quei libri, li ha letti portandoseli a letto, li ha riletti e ha letto tanta critica, per poi prescinderne e dire, finalmente, la sua...
Intanto, il Papa viene messo alla porta da alcuni professori e studenti dell'Università di Roma "La Sapienza". Quante volte ho percorso quel tratto di strada che da Piazzale Aldo Moro conduce alla statua della Minerva... Quante volte mi sono seduto sulla scalinata del Rettorato chiacchierando con amiche e colleghi del più e del meno... E mi fa un certo effetto rivedere alcuni scorci (pezzi d'angolo, lastre di marmo di alcune facoltà con il nome scritto a caratteri cubitali) davanti ai quali la mia vista si posava prima di sostenere magari uno dei tanti esami previsti dal piano di studio...
Io non so chi abbia più ragione o se il torto sia di entrambi le parti in lotta. Di certo, in Italia i tg dedicano troppi minuti (ore, in capo all'anno) al Papa, a quello che dice la Domenica, a quello che ne pensa su aborto, eutanasia e fecondazione assistita. In nessun altro paese d'Europa che abbia visitato si da tanto spazio a quello che dice, pensa o afferma il Papa. E questo, è già un dato su cui si deve riflettere. Perchè se ciò potrebbe non interessare a me, che sono italiano, nato in una famiglia comunque cattolica, e battezzato e cresimato con i riti di turno, figuriamoci quanto possa interessare a un protestante, un induista, un musulmano, un agnostico o un ateo...
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Blog nuovo, vita nuova! In bocca al lupo mitiko!!!
ResponderEliminarL'immagine del blog è del film "Vertigo"? In italiano "La donna che visse due volte"...vero? Ottima scelta;-)
L'immagine (o "imago") è proprio quella di "Vertigo". Inboccallupo anche a te,Si!
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