viernes, mayo 08, 2009

Io e mio fratello

Io e mio fratello ci somigliano parecchio, anche se - come diciamo sempre ogni qualvolta qualcuno ci fa notare che ci somigliano parecchio - "io sono meglio", oppure: "io però sono più bello", o infine: "io però sono quello venuto meglio".

Io e mio fratello siamo nati a un anno e mezzo esatto di distanza e per questo, fin dall'infanzia, abbiamo avuto gli stessi amici, le stesse conscenze (in termini di giochi e tv e cartoni animati) e la stessa comitiva (anche se tra i due sono io quello più grande e, quindi, più vecchio). Ricordo che da piccoli lui le buscava e io le davo. Non so per quale oscura ragione, ogni tanto, mi prendeva l'ispirazione, e dopo aver afferrato un bel masso, lo scagliavo contro la testa di mio fratello che era sempre lì, fermo e immobile, pronto, per così dire, a ricevere la sassata in testa e a versare ettolitri di sangue imberbe (con grande disperazione da parte di nostra madre, che, evitando di svenirci sotto gli occhi, riusciva non si sa come a mantenere il sufficiente sangue freddo per prendere la macchina e guidarla sana e salva fino al pronto soccorso - tra urla d'ira funesta e imprecazioni varie, una volta messi i punti sulla capoccia della vittima innocente e una volta che il dottore diceva che andava bene, che non era grave, che tra venti giorni potevamo tornare per togliere i punti).

Crescendo, mio fratello si è dimostrato sempre piuttosto reticente riguardo gli innumerevoli incidenti a base di sassi che io scatenavo per non si sa quale strana ragione, e non me ne ha mai voluto. E' uno che perdona, mio fratello: e infatti, tra noi due, sono io quello più vendicativo, o che se viene offeso a morte medita vendetta con calma e calcolo implacabili....

Anche con le donne io e mio fratello dimostriamo di avere due caratteri diversi. Lui è molto più romantico di me; o almeno, le volte che l'ho visto insieme ad una ragazza "fissa", ho potuto constatare che lui è sempre stato un gran romanticone, uno che è capace di regalare i cioccolatini per San Valentino o di fare cene a sorpresa nei giorni meno impensati (come Lunedì sera) e di infondere nel gesto tutta la sua sincera passione. Cosa che io, ahimè, non sono mai riuscito a fare, nemmeno con Alyssa... per sua grande disperazione...

Certo è che risultiamo entrambi simpatici al gentil sesso. Voglio dire: entrambi abbiamo coltivato (e continuiamo a coltivare) amicizie femminili (quando esiste una bella percentuale di maschi che sostiene che l'amicizia uomo-donna sia solo chimera, una finzione, una cosa impossibile, perché di mezzo ci sono pur sempre ormoni e testoteroni e, a meno che uno non sia gay, è davvero difficile non provare velleità sessuali o istinti di base nei confronti di un'amica magari bella e affascinante sia dentro che fuori; insomma, io e mio fratello facciamo parte di quella minoranza che ritiene che l'amicizia uomo-donna non solo sia fattibile, ma è anche un tipo di amicizia molto stimolante e appagante). 

Entrambi facciamo i comici: nel senso che, quando si tratta di intrattenere l'amica di turno, ci piace sparare sciocchezuole, battute, barzellette, per stimolare la risata dell'ascoltatrice o spettatrice che ci sopporta in quel particolare momento. E su questo, devo dire la verità: mio fratello è più bravo di me, le mie battute a volte sono davvero pietose e più d'una volta m'è capitato di sentire ridere la mia spettatrice/ascoltatrice di turno solo per compassione e/o educazione (una delle ultime battute di mio fratello, sentita al volo da un video casalingo in una finta intervista a due stile Le iene: "Lei è geloso?", e lui, secco: "No grazie"- la battuta si riferiva a una relazione che sta mantenendo da un po' di settimane con un'amica che non è proprio e solo un'amica, visto che è fidanzata e che il legittimo compagno non sa che lei gli mette le corna con mio fratello - ma questa è un'altra storia... Che comunque ci permette di capire che forse ha ragione quella maggioranza che sostiene che uomo e donna corrono sempre il rischio di finirci, a letto, anche se si dicono "amici").

Mio fratello è generoso con gli amici. Diciamo pure che per lui l'amicizia è tutto, mentre io sono sempre stato un tipo più timido, chiuso, solitario. Sin da ragazzini, lui usciva tutti i giorni per andare a giocare a calcio con la squadra del quartiere, mentre io ci rinunciavo per starmene chiuso in cameretta a leggermi tutto Edgar Allan Poe... Idem i sabato sera: quando lui, novello maggiorenne, usciva per andare a imbroccare in discoteca, io preferivo starmene seduto sul divano a guardarmi in vhs un film di Abbas Kiarostami (per fare un es. a caso).

Mio fratello è così legato ai suoi amici che morirebbe senza di loro; questo spiega anche perché, a differenza mia, lui sia così fissato con i social networks, tipo Facebook, uno strumento che io non utilizzo e non ho alcuna intenzione di utilizzare in futuro proprio perché non mi piace starmene lì a vedere chi mi ha scritto cosa e chi mi ha invitato a cosa e dove e quando. 

Mio fratello, di fatto, è uno che passa gran parte del suo tempo a contatto con le persone: fa l'avvocato, e un'avvocato senza contatti (e senza parlantina) è un'avvocato spacciato. Sin da piccolo, mio fratello era un gran retore: chiacchierava con tutti, adulti e bambini, e se non lo stavi a sentire o ti distraevi per un minuto dalla sua ciarla (o dai suoi ragionamenti strampalati), si incazzava come una scimmia e ricominciava daccapo.

Lui aspira ad aprirsi uno studio tutto suo; io aspiro ad una cattedra. Un prof. e un avvocato, in famiglia, sarebbero utili. Diciamo pure che sarebbe come vincere al lotto. Per ora, ancora non è così; comunque, stiamo lavorando per voi...

Non è allora un caso se io scrivo un blog e mio fratello sia associato a Facebook. La prefenza per l'uno o per l'altro mezzo della rete ribadisce le nostre differenze di carattere e a me personalmente mi fa stare tranquillo: perché io non so con chi andrà a cena stasera, e lui non leggerà mai questo post in cui io parlo di lui in termini tanto positivi (e forse anche troppo elogiativi).

Quando sto male o cado in depressione o ho voglia di farmi due risate, so in anticipo che posso contare su di lui; mio fratello mi vuole bene, anche se non me lo dice mai, e sa pure che io lo ricambio (anche se nemmeno io faccio mai menzione di questo affetto). Se lo chiamo, si sgancia da Facebook, stacca la spina dai clienti che non pagano e ascolta le mie litanie. 

Inutile aggiungere che, le rare volte che è lui a chiamarmi, io faccio lo stesso: smetto di scrivere il blog, stacco dall'Università, e mi accingo a sentirlo lamentarsi di tutto (Roma e i romani, i clienti che non pagano, gli "impicci" vari dei suoi amici, le tresche delle amiche)...

Io e mio fratello siamo fatti così, o almeno credo. Ed è sempre bello rivedersi a Roma, dopo mesi di distacco forzato, dopo giorni passati dietro ai mille guai quotidiani, ed è bello poterceli raccontare a vicenda, magari seduti in cucina, davanti a un qualche programma demenziale, sorseggiando del buon Montepulciano d'Abruzzo (ecco, in questo sì, i nostri gusti sono identici: entrambi preferiamo il vino rosso, e se è doc e delle nostre parti, ancora meglio).

4 comentarios:

  1. leggere l'intero blog, pretty good

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  2. Este comentario ha sido eliminado por el autor.

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  3. Thank you so much (ad entrambi gli anonimi - o all'anonimo, se ha scritto uno solo - anche se con un certo ritardo!)

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