lunes, agosto 31, 2009

Robert Capa e la fotografia di un istante che fa Storia

L'ultimo viaggio che ho fatto a Barcelona mi ha permesso di entrare in Musei organizzatissimi in cui erano esposte mostre temporanee davvero belle: una è questa, sulla storia del jazz, presso il "Centre de Cultura Contempanìa de Barcelona" (noto anche come il CCCB) (qui info e qualche assaggio:http://www.cccb.org/en/exposicio-el_siglo_del_jazz-25706) e l'altra è questa, sulla vita e le opere di Robert Capa e della sua compagna di una vita Gerda Taro, presso il "Museo Nacional d'Art de Catalunya" (noto anche come MNAC (qui info e qualche foto: http://www.mnac.cat/index.jsp?lan=001).

Non sapevo granchè di questo fotografo; sapevo che è stato uno dei primissimi fotoreporter di guerra della Storia. E, in quanto tale, uno dei testimoni di prima mano di quanto successe sia nel corso della Guerra Civile Spagnola (una specie di "prova generale" di quello che sarebbe poi stato la Seconda Guerra Mondiale) sia nel corso dello stesso secondo terribile conflitto mondiale...

Quello che colpisce di Capa è che sembra essere presente (anzi, diciamo pure che sembra gettarsi in mezzo all'azione clou) sempre nel momento della massimo tensione e suspense. La foto più famosa di Capa questo ci dice: che un uomo, un repubblicano (uno di quelli che combattè contro i fascisti guidati da Franco e a favore di una Spagna che fosse, per quanto possibile, libera e democratica) è stato colpito dal proiettile del fuoco nemico e che allarga le braccia poco prima di cadere a terra senza vita, col viso contratto e il fucile in procinto di scivolargli definitivamente dalla mano...



Non so (non sappiamo) chi sia questo soldato (anche se in realtà so benissimo che possiamo venire a sapere chi sia grazie alla quantità degli studi e dei saggi che sono stati dedicati a Capa nel corso degli anni): in realtà, se sotto la foto non apparisse la didascalia "Muerte de un miliciano republicano" non sapremmo nemmeno che quell'uomo è un soldato e che sta morendo nel corso di una battaglia e che quella è solo una delle tante battaglie che si sono combattute in Spagna nel 1936 (l'anno in cui scoppiò la Guerra Civile). Ciò che colpisce di Capa e del suo modo di lavorare è che egli "centra" (per così dire) l'obiettivo (ed è connatturata alla macchina fotografica questa sua seconda natura violenta, come di arma da fuoco che serve a mettere a fuoco e a "colpire" e "centrare" il bersaglio - l'immagine che si desidera catturare) non il momento prima della sparatoria nè quello immeditamente successivo, ma proprio quello "in mezzo" o "centrale", catartico, in cui l'uomo è stato colpito dal proiettile nemico.

Di tutt'altro stile è Gerda Taro, sua amante e fidanzata, sua complice e fedele alleata (si è scoperto anche che alcune delle migliori foto che venivano attribuite a Capa erano in realtà opera di Gerda). Questa fotografa merita un post a parte (anche per la brutta fine che ha fatto, proprio in Spagna, nel 1937, quando il fidanzato scattava foto che avrebbero testimoniato la Storia - e fatto storia in tutto il mondo - e lei, parimenti, si dava da fare sullo stesso versante, quasi in competizione con il fidanzato, prima che un carroarmato la schiacciasse troncandole per sempre la vita e la fama). E comunque, dicevo: lo stile è diverso; basta guardare questa, che è una delle foto più famose di Gerda Taro:




Siamo sempre in terra iberica; siamo sempre nell'ambito della Guerra Civile; ma qui lo spettacolo della morte ci viene risparmiato a favore di una visione quasi estatica; questa donna-soldato repubblicano prende la mira come John Wayne in un film western; è bellissima sia per la posa che assume che per le scarpe che indossa; ha dei capelli mossi che contornano un viso che si ipotizza dolcissimo (anche se è troppo distante dall'obiettivo); anche a questa distanza, lo spettatore resta colpito dalla plasticità e dalla maestosità di questa ragazza che, spinta da un ideale, si sta giocando la vita in un frangente che non ha nulla di finto o di cinematografico (anche se, ripeto, la posa sembra quella di un'attrice da western alla John Huston).

Se nella prima foto (quella di Capa), lo spettatore si sdegna e prova pietà per un individuo come quello che si batte e cade in battaglia per un ideale; nella seconda (di Taro), quello stesso spettatore non può che provare ammirazione e stupore nei confronti di una donna che deve avere un coraggio enorme, un fegato così, un altruisimo e una passione che fanno restare a bocca aperta. Non solo: il tutto espresso da un corpo e da un viso di donna che si indovina bellissima. Bella e appassionata. Una sorta di Venere incazzata che prende la mira e che sta per fare fuori il nemico perchè crede davvero che quello sia il nemico da eliminare; perchè crede davvero in un ideale e vuole difenderlo a tutti i costi.

Il fatto che noi non vediamo se il proiettile della ragazza colpirà qualcuno; il fatto di conoscere retrospettivamente come sono andate a finire davvero le cose (ovvero, il fatto che poi, terminata la guerra nel 1939, ha vinto Franco e il bando fascista, e che Franco ha imposto alla Spagna una dittatura
durata quasi 40 anni e terminata solo con la sua morte, nel Novembre del 1975), non ci impedisce di cogliere proprio in questi due scatti un pezzo (dei pezzi) di Storia. Tanto la "Morte di un soldato repubblicano" quanto "Donna soldato repubblicana" (questo credo sia il titolo della foto di Gerda) ci mostrano come erano e ci suggeriscono cosa pensassero quelli che, schieratisi da una parte, combattevano per una Spagna libera dai dittatori e dai partiti reazionari.

Ancora Capa: questa è la foto che più mi ha colpito, la mia preferita, tra quelle di questo fotoreporter "storico" (e alquanto pazzo; nessuna persona sana di mente si mette a fare una foto in mezzo ai soldati che stanno facendo addirittura "lo sbarco in Normandia"; nessuna persona normale potrebbe anche solo pensare di puntare l'obiettivo sui giovani soldati americani pronti a giocarsi la pelle pur di liberare l'Europa da Hitler e compagni):




Quello che si vede è solo un pezzo (di nuovo, quanti pezzi in questo pezzo su Capa) dell'azione "storica"; l'immagine è sfocata, nel senso che non è a fuoco; e si capisce: il fotografo dovette scattarla sulla sabbia, in riva al mare, in mezzo al frastuono e al caos, alle onde, e alle sirene, ai missili e all'acqua smossa dall'esercito liberatore dei marines americani.

Il marine ha in mano una mitraglietta e indossa l'elmetto antiproiettili; non si sa se già tocca fondo o se stia ancora nuotando. Posso immaginare quanto sia stata fredda quell'acqua; posso soltanto immaginare con quanto coraggio e con quanta fifa insieme quel marine sia sceso dalla nave (o dal sottomarino) che lo ha portato fin là per attaccare i soldati tedeschi. Mi è del tutto ignoto, invece, quale fosse stata la funzione di quelle specie di croci di ferro che si intravedono dietro il soldato (quelle stesse croci che Spielberg ha ripreso tanto fedelmente nell'incipit davvero "pauroso" di Salvate il soldato Ryan); mi è ignoto anche lo stato d'animo di Capa. Capisco che è stato davvero incosciente a fiondarsi così nella mischia. E comunque lo ringrazio, perchè anche se la foto non gli è venuta così bene, come avrebbe voluto lui, è anche grazie ad essa che io oggi posso tentare di capire cosa sia stata la fine della Seconda Guerra Mondiale...o l'inizio della fine della stessa...

2 comentarios:

  1. Robert Capa è stato un fotografo straordinario, io ho una vera passione per lui.
    Ho invece scoperto Gerda Taro solo da pochi anni, a lei ho dedicato anche un post.
    Tornando a Capa: sai naturalmente che sulla foto della morte del miliziano ci sono varie ipotesi (ormai quasi certezze) che sia una foto "costruita", come anche l'altra, anche quella molto celebre, della ragazza con il cagnolino durante i bombardamenti di Parigi?
    Ma questo non toglie nulla alla bellezza ed alla "verisimiglianza" delle foto in questione. Almeno, ai miei occhi.
    Che la fotografia rappresenti o debba necessariamente rappresentare la realtà è un mito ormai sfatato da tempo...
    Altre foto molto belle sono quelle dello sbarco degli Alleati in Sicilia.
    Ma mi fermo qui, chè di Capa parlerei per ore.
    Ciao e bentornato :-)

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  2. Cercherò quel post su Gerda nel tuo blog (mina senza fondo di spunti di riflessione e consigli di lettura,cinema, etc. etc.). Riguardo la foto del miliziano: in realtà, sappiamo anche (e nella mostra di Barcelona si vede chiaramente) che quello è solo "uno" dei "tanti" scatti fatti da Capa su quel famoso miliziano morente (o presunto tale). Ovvio che poi, ai fini della resa estetica, lo scatto "di mezzo", quello "clou" sia passato alla storia (e abbia fruttato a Capa fama e soldi a livello internazionale). Grazie a te, Gabrilù, e a presto!

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