martes, mayo 18, 2010

Frammenti da “Invenzione di Don Chisciotte” (1949)

Don Chisciotte

Anticipa e calcola, prende e abbandona

-nessuno sa chi e quando, e nessuno sa come:

pensa che presto morirà, che occorre cambiare in fretta

-e guarda i suoi paesaggi:

Don Chisciotte

Si espone e si dichiara e si spiega e si dimostra

-questo è Don Chisciotte:

io apro il tempo che viene, come una porta o una finestra:

o como qualunque cosa chiusa:

-Don Chisciotte

Canta le sue canzoni di fronte a tutti i luoghi della terra:

ho poco da dire, nulla anzi, nulla da dire:

-io affretto

Il passo, per ritrovarlo:

le pulite ragazze sulla spiaggia che leggono racconti

di altre terre

non sono più con noi:

noi non siamo più con loro:

e tu con me:

la stagione dei gasometri e delle ciminiere è evaporata

nel vento:

la pioggia ci ha colti in corsa, il bavero

era proprio rialzato:

e ridi incomprensibile:

sei l’amico indifferente, senza peso:

sai soffiare sulle tue mani, inventare il tuo vento –

ti lascerò personaggio, anche se Dulcinea non vorrebbe,

homme plein de sens

-a fingere da solo le storie poliziesche,

a inseguire le fanciulle verdi:

avrai la tua solitudine:

-il gatto si rifugia sull’albero:

ha raggiunto i rami

più sottili – la turba dei meschini ha le scale e le scope:

il chiarore è un cerchio, segue una zona oscura, il terzo

settore è di luce:

la pioggia arriva a tratti diseguali,

le formiche ti insidiano, ti assediano, Dulcinea,

non puoi fuggire:

sul ponte gli uomini oziosi contemplano

ombre, biciclette nere controluce, mentre cercano le donne:

le caserme si illuminano, i soldati si gettano sul prato,

Dulcinea sta sugli alberi –

Viaggia sull’elefante candido di marmo, ma per una

Repentina conclusione è scagliata a terra:

la ragione

è nei ponti, che sono pieni di significati:

-il ragazzo

Bruciava le formiche concentrando la luce nella lente:

-le assorbiva crepitanti nello zolfo –

Wir haben, wo wir lieben, je nur dies: einander lassen:

dove l’orizzonte è più basso, ormai appena visibile,

per Dulcinea si solleva, e per lei soltanto, il profilo

di sogno del viaggiatore sensibile:

inchini inaugurali

per la luna che ritorna, per la cenere che sui giardini

si consuma:

per il tuo profilo che resiste nel silenzio:

ma se le trombe si inerpicano nel cielo e il buttasella

insistente mi evoca, io sono l’uomo che deve partire:

il torneo riprende – la risata si fa acuta:

i frati

non gettano più le caramelle e ritrovano la loro testa

presente,

e io sono l’uomo che sale sulle nuvole –

e nei paesaggi colloca figure:

se la tua mi si sciupa

e tu precipiti, la tua partenza è soprattutto la mia:

la distanza è immobile:

nessuna misura può risolversi

in una tua felicità – le bandiere continuano

a torcersi altissime:

e confondono i colori:

by Edoardo Sanguineti (1930-2010)

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