Frammenti da “Invenzione di Don Chisciotte” (1949)
Don Chisciotte
Anticipa e calcola, prende e abbandona
-nessuno sa chi e quando, e nessuno sa come:
pensa che presto morirà, che occorre cambiare in fretta
-e guarda i suoi paesaggi:
Don Chisciotte
Si espone e si dichiara e si spiega e si dimostra
-questo è Don Chisciotte:
o como qualunque cosa chiusa:
-Don Chisciotte
Canta le sue canzoni di fronte a tutti i luoghi della terra:
ho poco da dire, nulla anzi, nulla da dire:
-io affretto
Il passo, per ritrovarlo:
le pulite ragazze sulla spiaggia che leggono racconti
di altre terre
non sono più con noi:
noi non siamo più con loro:
e tu con me:
la stagione dei gasometri e delle ciminiere è evaporata
nel vento:
la pioggia ci ha colti in corsa, il bavero
era proprio rialzato:
e ridi incomprensibile:
sei l’amico indifferente, senza peso:
sai soffiare sulle tue mani, inventare il tuo vento –
ti lascerò personaggio, anche se Dulcinea non vorrebbe,
homme plein de sens
-a fingere da solo le storie poliziesche,
a inseguire le fanciulle verdi:
avrai la tua solitudine:
-il gatto si rifugia sull’albero:
ha raggiunto i rami
più sottili – la turba dei meschini ha le scale e le scope:
il chiarore è un cerchio, segue una zona oscura, il terzo
settore è di luce:
la pioggia arriva a tratti diseguali,
le formiche ti insidiano, ti assediano, Dulcinea,
non puoi fuggire:
sul ponte gli uomini oziosi contemplano
ombre, biciclette nere controluce, mentre cercano le donne:
le caserme si illuminano, i soldati si gettano sul prato,
Dulcinea sta sugli alberi –
Viaggia sull’elefante candido di marmo, ma per una
Repentina conclusione è scagliata a terra:
la ragione
è nei ponti, che sono pieni di significati:
-il ragazzo
Bruciava le formiche concentrando la luce nella lente:
-le assorbiva crepitanti nello zolfo –
Wir haben, wo wir lieben, je nur dies: einander lassen:
dove l’orizzonte è più basso, ormai appena visibile,
per Dulcinea si solleva, e per lei soltanto, il profilo
di sogno del viaggiatore sensibile:
inchini inaugurali
per la luna che ritorna, per la cenere che sui giardini
si consuma:
per il tuo profilo che resiste nel silenzio:
insistente mi evoca, io sono l’uomo che deve partire:
il torneo riprende – la risata si fa acuta:
i frati
non gettano più le caramelle e ritrovano la loro testa
presente,
e io sono l’uomo che sale sulle nuvole –
e nei paesaggi colloca figure:
se la tua mi si sciupa
e tu precipiti, la tua partenza è soprattutto la mia:
la distanza è immobile:
nessuna misura può risolversi
in una tua felicità – le bandiere continuano
a torcersi altissime:
e confondono i colori:
by Edoardo Sanguineti (1930-2010)
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