Sono d'accordo (ancora su Eyes Wide Shut):
"[...] il cinema di Kubrick è un "cinema totale", in quanto messa in gioco del cinema come "forma", totalmente "astratta" dalla pretesa (ingenua) della rappresentazione della realtà; se mai, l'immagine kubrickiana ha a che fare, da una parte con la mente e il cervello, le forme logiche e le dinamiche psicologiche più profonde e, dall'altra con le forme più arcaiche della narrazione, il mito e la fiaba. E' con questa duplice direzione che il rapporto tra Kubrick e Schnitzler si arricchisce di nuovi significati".
Daniele Dottorini, "Eyes Wide Shut. Il punto cieco del cinema", in AA.VV., Il doppio sogno di Stanley Kubrick, Milano, Il Castoro, 2007, pp. 156-57.
[E comunque, neppure in questa raccolta di articoli sono riuscito a trovare qualcuno che si sia accorto delle citazioni cinematografiche nascoste che Kubrick fa da The Apartment di Billy Wylder e dai vari Don Giovanni; che sia tutta una mia fissazione? Che veda un morto che ritorna anche lì dove c'è solo un sacco nero non ben identificabile?]
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