viernes, mayo 14, 2010

Laurence Sterne para il colpo




"Le vicissitudini che il suo cadavere ha dovuto sopportare sono degne dei suoi due romanzi. Venne sepolto con poco seguito nel cimitero di una chiesa di Hannover Square, e da lì venne trafugato qualche giorno dopo per essere venduto al professore di anatomia dell'università di Cambridge, precisamente dove lui aveva studiato. A quanto sembra, quando si stava per concludere la dissezione del corpo, uno dei due amici che il professore aveva invitato ad assistere alla seduta, scoprì per caso il volto del morto e riconobbe Sterne, al quale era stato presentato non molto tempo prima. L'invitato svenne, e il professore, nel rendersi conto di quale illustre gloria avesse sottoposto allo scalpello, si preoccupò che almeno lo scheletro venisse conservato. Nella collezione di ossa cartabrigense si è tentato di identificare più di una volta il suo teschio, ma senza successo, quindi in realtà s'ignora dove giaccia il buon Laurence Sterne.
Probabilmente a lui non sarebbe importato, perché sebbene abbia detto, mentre la morte gli si gettava addosso, che "gli avrebbe fatto piacere altri sette od otto mesi... ma sia come Dio vuole", è anche vero che in Tristram Shandy aveva espresso il desiderio di morire lontano da casa, "in una qualche locanda decente", senza causare preoccupazioni né fastidio agli amici.
Il suo desiderio venne realizzato a Londra, dove un testimone ha riferito il suo ultimo respiro: "Ormai è arrivata", disse Sterne, e sollevò la mano, come per parare un colpo".

Javier Marías, "Vite scritte" (1992), tr. it. di Glauco Felici, Torino, Einaudi, 2004, pp. 152-53.

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