martes, diciembre 31, 2013

I libri di Natale

Dal 21 di Dicembre sono cominciate le vacanze; torno in Italia e mi lascio sorprendere da un pacco postale che ho ordinato io stesso via internet dalla Spagna. E' il pacco degli auto-regali, ovvero, dei libri che mi sono auto-regalato e che tenterò di leggere (per intero) entro il 6 di Gennaio.

1) Umberto Eco, "Scritti sul pensiero medievale" (Milano, Bompiani, 2012): perché il Medio Evo è una di quelle epoche storiche che mi hanno sempre affascinato e attratto (anche se poi, all'esame di Storia Medievale, presi solo un 25 - i Normanni e Federico II si sono rivelati ben più ostici di quanto andavo pensando prima di sedermi davanti alla prof.);

2) Sandro Veronesi, "Viaggi e viaggetti. Finché il cuore non è contento" (Milano, Bompiani, 2013): perché io di questo autore leggerò tutto; anche se so già che non si tratta di un capolavoro ("ni mucho menos") e anche se so già che non si tratta di uno dei suoi romanzi. E' che ci sono scrittori che uno impara a conoscere da ragazzo e che poi seguirà anche in futuro, anche nelle prove più "scadenti" o "passabili". Certo è che con Veronesi io non mi annoio mai... E forse non mi annoierò nemmeno leggendo questa raccolta di pezzi di diario dei suoi viaggi per il mondo;

3) Vladimir Nabokov, "Un mondo sinistro" (Milano, Adelphi, 2013): perché non si può inaugurare un nuovo anno senza una nuova traduzione di un libro di Nabokov; questo viene accostato a "Invito a una decapitazione" (bellissimo e ferocissimo) e al "1984" di George Orwell. Insomma, si tratta di un romanzo "distopico" e tra i più "politicizzati" dell'a-politico autore russo. Non vedo l'ora di godermelo davanti al fuoco del camino;

4) Geoff Dyer, "In cerca" (Roma, Instar, 1996): perché Dyer è uno scrittore che non delude mai e che, anzi, al contrario, sorprende sempre. Lo scoprii per il saggio-romanzesco (o per il romanzo-saggistico) "L'infinito istante" (sulla fotografia) e lo apprezzai per "Natura morta con custodia di sax. Storie di jazz" (sulla musica jazz). In questo caso parliamo di un "thriller" o "poliziesco" che sfrutta tutti i "topoi" del caso per smantellare il genere. Intanto, aspetto la traduzione del suo ultimo romanzo-saggistico o saggio-romanzesco che s'intitola "Zona: A Book About A Film About A Journey To A Room" (sul film "Stalker" di Andreij Tarkowskij);

5) John Cheever, "Cronache dalla famiglia Wapshot" (Milano, Feltrinelli, 2013): perché Cheever lo conosco come fosse un amico dai suoi incredibili "Diari" e avevo davvero voglia di vederlo all'opera (o in azione) nel campo del romanzo. Philip Roth lo considera come uno degli scrittori americani più bravi e "onesti" di tutti i tempi. Cheever considerava Roth un "fuori-classe". E quando venne a fare una vacanza a Roma e si mise a leggere Nabokov si sentì una cacchetta, rispetto alle abilità romanzesche del russo. Staremo a vedere.

Intanto, apprestiamoci a festeggiare la fine di un 2013 che è stato per me foriero di tanti cambiamenti e avventure e disavventure. Uno degli anni più folli e travolgenti della mia vita...

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