miércoles, enero 31, 2024

 "Nubi, folgori, trasparenze; non rosso né topazio né celeste, crepuscolo instabile"


La frase è traduzione dallo spagnolo di una riga dell'incipit di un capitolo di un romanzo che s'intitola Antagonía e consta di quasi 1400 pagine. Il romanzo in questione, di Luis Goytisolo, non è mai apparso in italiano, ergo, i lettori italiani lo ignorano, non ne conoscono l'esistenza, semplicemente: non sanno che esiste.

Traduco questa frase, piena di poesia, come fosse un componimento a metà tra Leopardi e Pascoli, e ripenso a ciò che è accaduto ieri. Un congresso pieno di interventi interessantissimi sull'importanza delle biblioteche e degli archivi come "luoghi della memoria", spazi in cui si custodiscono le voci del passato (degli scrittori morti in passato).

E poi un'intervista: ad uno storico e filosofo di Mali che, dopo l'invasione di Tumbuctú da parte dell'esercito irregolare dei tuareg e degli islamisti estremisti, si è visto costretto ad abbandonare la propria casa, la propria patria, una biblioteca familiare contenente più di 10 mila manoscritti risalenti ai secoli dal XIV al XVIII e che si è autoesiliato in Spagna.

Uno ascolta Ismael e sente tutta la potenza della sua dizione, della sua retorica non costruita, ma nata dopo anni e anni di lotta impari contro la violenza dell'uomo sull'uomo e dell'attacco assurdo dell'uomo sulla cultura (o su beni culturali come quelli che si conservano all'interno degli archivi e delle biblioteche).

E poi una cena tra colleghi, tra amici, tra conoscenti, all'insegna della birra e dell'allegria, della spensieratezza, dopo tanto dolore, dopo tante emozioni, dopo tante riflessioni su chi siamo e su cosa siamo diventati...

E infine uno sguardo che ti mette a nudo, che ti sorveglia e ti scruta, che, come il crepuscolo di cui sopra, non è né rosso né topazio né tantomeno celeste, ma è folgore, è nube, è trasparenza, è tremore e terrore di cadere vittime di Eros, un'altra volta, sempre lui, sempre Eros nel mezzo del cammin di nostra vita... E quell'abbraccio all'uscita dal bar; quelle risate spontanee; quei sorrisi che non ce la fanno proprio a tacere l'ardore e la voglia di stringersi e di baciarsi senza censure, quell'irrazionale parlarsi senza dire parole...quel gioco degli sguardi, quelle folgori che accendono la passione quando uno meno se l'aspetta, quelle nubi che ci attorniano, minacciose, quelle folgori e quelle trasparenze, le anime che ballano insieme senza che noi possiamo dettare il ritmo o decidere se e dove e quando fermarci.

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