martes, enero 05, 2021

 Basilisco, di Jon Bilbao




Uno ci prova a farsi scivolare addosso il mal di testa e l'angoscia esistenziale che associa alle feste comandate; prova anche a non pensare al virus che ci impedisce di viaggiare e di tornare in Italia a rivedere (e, soprattutto, a riabbracciare) i parenti e gli amici; uno ci prova a essere positivo e ottimista, ma poi quando ci s'imbatte in Jon Bilbao, ecco che tutti gli sforzi sono vani, il mondo è davvero un labirinto da cui è impossibile fuggire, un carcere che prevede sempre la massima pena, un enigma irrisolvibile in cui la parola "fine" è solo l'inizio di qualcosa di peggio o di più doloroso...

E di che parla Basilisco (Madrid, Impedimenta, 2020), l'ultimo libro di Jon Bilbao (un autore  spagnolo relativamente giovane che ho scoperto relativamente da poco - ancora ricordo con i brividi sulla schiena la sua raccolta di novelle El silencio y los crujidos, del 2018)? È difficile rispondere a una domanda del genere quando si ha a che vedere con Jon Bilbao: si tratta di uno scrittore che si sente a suo agio sia sulle distanze corte (racconti e novelle) sia su quelle lunghe (romanzi e/o racconti lunghi: qual è la differenza tra una novella e un racconto lungo? Ai posteri l'ardua sentenza). Dunque, uno scrittore che quando scrive lo fa a prescindere dai generi letterari così come si è soliti concepirli; uno scrittore puro e di razza che quando scrive rischia tutto e si butta a capofitto in quello che sente l'urgenza di narrare (sì, perché si avverte questa urgenza quando uno legge Jon Bilbao).

Basilisco inizia come un romanzo ambientato nella nostra contemporaneità (la storia è quella di un ingegnere che vorrebbe fare lo scrittore e che è in aperta crisi matrimoniale con sua moglie e soffre a causa dello stress di crescere due figli ancora molto piccoli) e prosegue come un romanzo western o ambientato ai tempi della conquista dell'oro e della terra da parte dei cowboy americani così come li abbiamo conosciuti (e sappiamo riconoscerli) attraverso il cinema e il Mito americano della Frontiera.

Come si fa a riesumare il western in pieno XXI secolo? Ecco, uno dei meriti di questo romanzo è proprio questo: Jon Bilbao ci riesce, senza scadere mai nella parodia, né, tantomeno, nell'omaggio nostalgico o postmoderno. Qui uno legge e respira davvero la polvere e la fame di uomini che non sanno letteralmente dove li porterà la loro ansia di conquista, la loro brama di potere (ripeto: e dell'oro e della terra: le due cose vanno di pari passo).

Al centro della trama: una grotta, una sorta di enorme e apparentemente infinito buco nero scavato nella terra e che sembra condurre proprio al centro del pianeta. Un luogo sinistro e angosciante in cui è facile perdere i sensi e perdere il senno. Un luogo di cui, soltanto verso la fine del romanzo, il lettore attento potrà apprezzare tutto il valore simbolico e i significati nascosti. 

E non manca la poesia, in un testo pieno di violenza (qualcuno potrebbe pensare a Quentin Tarantino, che pure è tornato a rivitalizzare quel genere al cinema; ma no, qui si tratta di una violenza più sottile, meno esplicita e non per questo meno dura e scioccante). Non mancano, dicevo, brani in cui si apprezza lo sforzo dello scrittore di trascendere la consequenzialità degli eventi narrati per fermarsi a riflettere sulla bellezza di certi paesaggi e di certe frasi, di certi dialoghi e di certi panorami, il tutto attraverso un linguaggio altamente lirico e pregnante.

Basilisco è la prima lettura del 2021 e, almeno da un punto di vista strettamente letterario, partiamo col piede giusto. Non c'è dubbio. Chissà se e quando verrà tradotto in italiano. Una cosa è certa: Jon Bilbao farà parlare di sè. E non solo in patria. 

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