sábado, junio 16, 2007

GaY-PridE

Mi trovo a Roma, per motivi di studio (ovvero di lavoro; ultimamente i due rami s'intrecciano spesso e volentieri). Oggi la Stazione Termini (la mia seconda casa) è invasa (in modo pacifico) da una squadra di eterogenei gay, lesbiche e trans accorsi da tutta Italia per la sfilata in centro per l'orgoglio gay. A Piazza Vittorio, invece, una postazione con la bandiera nazionale distribuisce volantini anti-manifestazione. Basta con questi affronti! Basta con le provocazioni! Come può Veltroni consentire una cosa del genere? Far sfilare simili individui nel "triangolo della cristianità" (i cui lati sono costituiti rispettivamente da: Santa Maria Maggiore, Santa Croce in Gerusalemme e San Giovanni in Laterano; devo essere sincero, non ci avevo mai pensato a questa cosa del "triangolo", mi era sfuggito, ma come al solito, sono scarso in matematica e geometria...). Qualcuno mi offre volantini, ma mi rifiuto; qualcun'altro (o si scrive tuttattaccato? Così: qualcunaltro...) sventola una bandiera con la fiamma dell'MSI (Movimento Sociale Italiano, credo) e sfoggia una testa rapata e un'espressione violenta che non ispira simpatia.

Ora, io credo che tutti abbiano il diritto di manifestare, in uno Stato libero e democratico, pur nel rispetto di chi la pensa diversamente. Non m'importa che i gay usino l'espressione "orgoglio" per mettere in evidenza il loro "status" dinanzi agli altri, anche se io non mi sognerei mai di indire una manifestazione per l'"orgoglio" etero. Ognuno è libero o dovrebbe essere libero. Nè m'importa che si sfili in centro, all'interno del triangolo della cristianità, anche se biasimerei e condannerei come tutti, credo, gli eventuali atti di vandalismo (quelli che spaccano le vetrine dei negozi o i bancomat delle banche o gli specchietti delle auto, gente che non merita nemmeno le prime pagine dei giornali, troppa importanza, basta una denuncia o il risarcimento danni). Certo è che i manifestanti rischiano di auto-ghettizzarsi e attirarsi gli strali della Chiesa nel momento in cui calcano la scia anti-cattolica in un paese come il nostro in cui il cattolicesimo è, volenti o nolenti, la religione più importante, quella che riscuote maggiore appoggio ideologico-politico-storico da secoli, ormai (quante leggi si approverebbero in Italia se il Vaticano non si trovasse ubicato tra le mura costruite intorno a San Pietro, ma, mettiamo per caso, a San Marino - altro staterello a sè - o, puta caso, in Australia, o in Algeria o a Cuba).

La manifestazione di oggi è importante proprio per questo: serve a ribadire e a ricordarci che viviamo (o dovremmo vivere) all'interno di uno Sato libero, democratico e, soprattutto, laico. La questione dei matrimoni omosessuali, delle adozioni alle coppie di fatto costituite (anche) da individui dello stesso sesso, la questione della fecondazione assistita, o quella, ancora più delicata, dell'eutanasia, sono tutti casi in cui lo Stato deve intervenire per dare un minimo di regolamentazione (di regole e di rispetto) andando incontro a aspirazioni, desideri e progetti di vita dei suoi cittadini. Se lo fa in modo autoritario allora vuol dire che lo Stato si comporta con i cittadini come il padre con i figli imbranati e ancora troppo piccoli per decidere liberamente. Siamo dotati di libero arbitrio. Non vedo perchè qualcuno (o qualcosa, come la Chiesa) debba indirizzare le mie abitudini sessuali o condannare o condizionare la mia vita privata. In uno Stato laico posso perfino portare in piazza la mia vita privata, se questo serve a mostrare alla collettività, al pubblico, che esistono anche "altre forme" di vita, al di fuori di quelle cosiddette "tradizionali".

P.S.: il "family-day", tanto colorato come il "gay-pride", si è svolto, come tutti hanno avuto modo di vedere, sotto l'egida pesante della Chiesa. Ora, non mi sento di condannare nemmeno quella manifestazione, per le ragioni esposte più sopra.

P.P.S.: salgo sul treno e leggo su La Repubblica un articolo di Michele Serra che s'intitola "La bandiera della laicità". Dice, più o meno, le stesse cose che ho appena scritto. Certo, con uno stile migliore del mio e una punta di sarcasmo e ironia più efficace ed elegante. Dio salvi Serra!

2 comentarios:

  1. Penso che se ogni anno, in diverse città, viene organizzata una manifestazione gay, un motivo ci sarà...Quando una grossa fetta di società si trova unita ad una stessa idea e soprattutto ad una forte esigenza (anche solo dimostrare di esserci), è normale che esplodano queste manifestazioni. Negli anni del femminismo succedeva un po' la stessa cosa...mi sembra. Poi le cose sono un po' (e dico "un po'") cambiate e di manifestazioni non ce ne sono più state, non in quel modo così plateale per lo meno, perchè non avrebbero più senso. Così forse, quando la società si sarà resa conto seriamente della loro presenza e avrà capito le loro esigenze tutto questo si calmerà.
    Comunque avrei proprio voluto esserci...

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  2. E ti credo,Si!Immaginati,invece,il gay-pride a Madrid! Ecco: quello è un esempio riuscitissimo di manifestazione pacifica e, al contempo, "impegnata". Sul lato "divertimenti",poi...ecco,immagina pure!

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