Ardore
E ti ricordi di quando
andammo a caccia di farfalle,
tu credevi di scoprire una cascata,
ma quelli del posto ci dissero che era congelata, che in quel periodo l'acqua non scendeva a valle...
E di quando avevo paura d'imbrattare quel muro di Roma, in via Leopardi,
quando tu con mani inesperte cercavi la porta che apre alla felicità e arrossivi di vergogna mentre io tremavo di paura, che qualcuno, dall'altro lato della parete, potesse sentirci...
E ti ricordi di quando ti ho telefonato
alle tre di notte e ti ho fatta piangere
eppure non lo volevo, e tu non mi volevi,
e siamo andati avanti anche senza l'aiuto
di uno spiraglio, all'oscuro di tutto,
nel buio di una notte senza fine,
mi hai dato la mano, ti ho carezzato
i capelli, mi hai detto: "Adesso basta,
non prendermi più in giro",
e io mi sono piegato sopra le tue gambe
come il bambino con la mamma,
mentre gli canta una ninna nanna,
aspettando il mattino,
con l'animo sospeso,
con la speranza divisa
a metà,
guardandoti nel viso,
contemplando dai tuoi occhi il mio destino...
Grazie, è molto bella
ResponderEliminarGrazie a te, Alyssa, per le parole e i giorni, i baci e quegli occhi
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